Nel giornale Libero, il giornalista Facci riporta quanto avrebbe stabilito un giudice circa "la fine che devono fare gli immobili che ospitavano cittadini italiani che , per ragioni varie vengono o verranno sfrattati": ci troviamo a Lecco e provincia, e questi appartamenti verranno dati a immigrati richiedenti asilo e simili, che dovranno averne cura nel rimetterli un po' a posto. Dovrebbe, e il condizionale è d'obbligo, essere una sistemazione temporanea, ma vedendo come le case popolari o quelle che vengono occupate quando una persona si assenta per alcuni giorni, vengono poi liberate dagli occupanti abusivi, non so se ciò avverrà e in quali tempi e modi.
Un modo infame in cui vengono trattati i cittadini italiani, dato che gli affitti vengono pagati dalla prefettura, dallo stato italiano ma per i cittadini stranieri: mai che venga in mente e si abbia voglia di fare qualcosa per gli italiani.
Una domanda curiosa me l'ha fatta un'amica due giorni fa: mi chiede se mi sono interrogato sul fatto che i migranti che arrivano hanno, per la maggior parte, smartphone ultima generazione e come mai questi non si rovinano durante le attraversate; e come questi signori, dato che sono per lo più maschi, sono sempre al telefono; e come mai sono in buona forma se vengono dalle zone di guerra; e come mai non fanno niente per il proprio paese, come raccolta fondi e pressioni politiche varie così da liberare la propria patria e farvi ritorno.
Mi diceva queste cose , così per curiosità.
Semmai mi chiedo a chi faccia piacere abitare in uno stabile dove ti cucinano a tutte le ore del giorno e della notte, magari profumando la tua biancheria stesa ad asciugare: un bel tocco di cipolla , ecco ciò che ci vuole per le mutande!
E che dire del fatto che non sai quanto tempo devono stare, costoro, in hotel o strutture similari?
E per quelli che parlano dell'accoglienza diffusa, chiedano ai migranti dove vogliono stare e per quanto tempo, così sapranno che non vogliono restare, come diremmo dalle nostre parti , in Sardegna, in "una bidda sperdia" che vuol dire in "un paesino sperduto":dove, detto tra di noi, si vive meglio che in città, ma questo non diciamolo, se no poi ci vogliono andare a vivere tutti, sardi e italiani compresi.
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