mercoledì 26 ottobre 2016

C'è posto, sì! Ma per gli altri

Che l'accoglienza dei migranti sia un affare, è chiaro come il sole.
Sempre anni addietro scrivevo, e oggi riscrivo, che ci sono persone, di solito legate alla chiesa cattolica o comunque a istituzioni che operano nel cosiddetto sociale, che tengono in modo particolare ad aiutare il prossimo in difficoltà: il punto è che lo fanno a modo loro, con dei criteri assai discutibili e, dulcis in fundo , non fanno quasi mai in modo che l'aiutato si affranchi e possa, come secondo il buon senso dovrebbe, camminare con le proprie gambe.
In poche parole il tuo aiuto non deve limitarsi all'elemosina, al pacco alimentare, a invitare tizio o caio alla mensa ogni giorno, ma fare in modo che costoro siano liberati dalla povertà. Punto e a capo.
Oggi al tg3 regionale sardo, hanno detto che la diocesi cagliaritana, accogliendo l'invito del Papa, ospita nelle parrocchie o nelle strutture parrocchiali, circa 400 migranti.
E mi dispiace, perché avrei voluto che il Papa chiedesse di ospitare famiglie, di italiani , nelle parrocchie: persone senza casa e in difficoltà economiche: ma noi le aiutiamo, ci potrebbero rispondere, e da tempo.
Peccato che il vostro aiuto sia simile a chi è tenuto in vita dalle macchine, nella speranza che qualcosa cambi: ma a quanto pare non cambia niente, se non che anche i comuni e lo stato in generale, destina sempre meno e risorse per risolvere i problemi dell'Italia.
Quanto al Papa, avrebbe potuto, prima di andare a Lampedusa invitare le parrocchie di tutto il mondo a dare una mano ai parrocchiani in difficoltà: ma non lo ha fatto né prima né dopo.
Anche ieri in tv, nei soliti talk show, non si è arrivati al dunque, al sodo, e cioè a dire se chi arriva, migrante o no che sia, deve alloggiare in un centro di identificazione e per quanto tempo; che cosa deve fare dopo, se se ne deve andare , se deve essere rimpatriato, se deve restare in Italia e ,in questo caso per quanto tempo (difatti se il nostro amico fosse in Cina,Australia o Usa, non è che potrebbe fare i propri porci comodi, ma dovrebbe sottostare, come è giusto, a determinate regole e rispettarle, cosa che qui non avviene); da non dimenticare gli immobili che ,attualmente, sono adibiti a centro di prima identificazione e a centro di accoglienza, e cioè se questi immobili debbono fare questa triste fine, o se invece possono ambire al ruolo di scuola, abitazioni o centro di aggregazione sociale.
Non è stato chiarito da Renzi né dal governo e nemmeno dall'opposizione, quanto ho scritto sopra, ma neppure se la ripartizione degli immigrati c'è o ci sarà e come dovrebbe avvenire, né come mai queste navi Sea Patrol o come cavolo si chiamano stanno sempre lì ad aspettare gommoni o barconi e perché non accompagnano questi migranti in altri porti, non comunque sempre da noi in Italia; non si capisce perché ,che so, gli algerini che sbarcano nel sud Sardegna, non possano essere rimandati indietro, così come quando arrivano bengalesi o pachistani o egiziani o senegalesi: si dice che non abbiamo stipulato dei trattati con queste nazioni, ergo devono restare qui, anche se alcuni politici, di solito leghisti, sostengono che dovrebbero, quantomeno, essere riaccompagnati nel porto di partenza, quindi Libia o addirittura Turchia. 
Quindi qui, come possiamo tutti vedere, ci si prodiga per dare istruzione e assistenza sanitaria, psicologica eccetera,ma per i migranti: per noi nisba. 
Le cose curiose che si possono vedere in giro e che danno un'idea di ciò che ci aspetta, le potete vedere nel cartellone che anticipa come sarà piazza Garibaldi a Cagliari, una volta che sarà terminato il rifacimento della piazza: potreste notare raffigurate diverse persone di colore che passeggiano nella piazza, ormai, rimessa a posto.
La logica di chi ha pensato a una simile raffigurazione è l'integrazione: a me sa tanto di imposizione.
Questo post è stato scritto in due round quindi è meglio chiuderlo qui, ora.
Alla prossima.

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