Anni fa nell'altro blog su leonardo.it, mi ero preso a cuore la situazione che viveva e purtroppo vive ancora il piccolo commercio: dove per piccolo si intende il negozio di superficie non grande, che dà lavoro a diverse persone, che opera principalmente a livello di quartiere e di città. Ma la sua particolarità è nel servizio , diciamo così, personalizzato, nelle proposte uniche che può offrire ai singoli clienti: ma alcune realtà commerciali devono, per forza di cose, offrire anche prodotti che si scontrano con le offerte delle grandi catene di distribuzione, contro gli ipermercati. Penso ai detersivi, alla carta igienica, ma anche ai formaggi e ai salumi: la mia idea era ed è quella di suggerire i negozianti di approvvigionarsi presso realtà locali dato che in quasi tutte le regioni o aree geografiche o province, ci sono industrie chimiche e cartarie e non per forza legate alla gdo o alla loro mercè. Ora se queste industrie ideassero dei prodotti ad hoc per i negozi locali, se creassero una rete commerciale credibile, forse i clienti che oggi si recano nei vari Auchan perché lì trovano i detersivi "in offerta"e, quindi possono trovare tutto ciò che serve, possono comprare sotto casa ciò che davvero è utile, senza cadere nella rete
delle false offerte. Ecco perché se sotto casa trovo un buon detersivo acchiappacolori o per i piatti, chi me lo fa fare di andare in un luogo pieno zeppo di gente e con la certezza di far ingrassare una multnazionale ,che per giunta è straniera e che qui lascia solo briciole? Come ben sappiamo la legge dei grandi numeri permette a questa gente di tiranneggiare i fornitori, sopratutto quelli più piccoli: il fornitore locale di formaggi o anche di prodotti chimici, si vedono le fatture pagate come minimo a 180ggfm. Se invece avessero la forza di realizzare una rete commerciale che non si basa sul desiderio di fornire la grande distribuzione ma di essere utile alla nazione e quindi a se stessa, forse sarebbe l'inizio di un cambiamento. Sul discorso tasse ed Equitalia, nonchè sul debito verso banche e finanziarie e strozzini vari, si potrebbe fare questa considerazione: le tasse non si pagano se sono troppo elevate, sproporzionate, se non si riescono a pagare. Detto ciò occorre non solo una moratoria,che fermi ogni azione presente e passata e ne impedisca, logicamente, una futura, ma serve rinegoziare il debito, come viene concesso ai megadebitori. Ma non basta: è indispensabile che debba calare la pressione fiscale, che non ci siano premi in denaro o altro verso funzionari statali che lavorano per Equitalia o similari. Inoltre non sarebbe male considerare la creazione di una sorta di fondo per aiutare chi, privato o società, si ritrova nel mirino di questi esattori:la vecchietta al negoziante che si ritrovano con la pensione o il conto corrente pignorato o la casa all'asta devono poter fare affidamento su avvocati e commercialisti, tributaristi e consulenti del lavoro, nonchè i tanto esaltati psicologi, ma anche un fondo in denaro che li aiuti per pagare ,se necessario, questi delinquenti. Oggi alcune associazioni si battono per far diluire i pagamenti che Equitalia o chi per lei esigono: invece il sottoscritto, in tempi non sospetti, dieci anni fa, diceva che non basta chiedere e ottenere una dilazione, se poi non si può far fronte alle rate. Serve sia la dilazione ma questa deve avvenire su importi nettamente inferiori a quanto richiesto, e le eventuali tasse future dovranno essere anch'esse assai più basse. Poi rimane sempre aperto il discorso sull'accesso al credito, sui fidi mai concessi, sui rapporti con le banche e con le finanziarie: costringere i primi a concedere i prestiti e mandando a cagare i vari Basilea 1 2 3 o 20, e fare in modo che le finanziarie non siano, come avviene adesso, degli strozzini. A monte ci sono le banche dati, con informazioni sensibili che non dovrebbero esserci, ma invece ci sono. Come fare per essere certi che questi dati siano cancellati? Non si sa nè si vuole risolvere la questione, è più conveniente così.
Nessun commento:
Posta un commento