giovedì 3 ottobre 2024

ddl1660 ovvero lo stato di polizia voluto dal governo in carica

 Dalla criminalizzazione di ogni forma di dissenso che esca dai binari del rassegnato corteo autorizzato dalla Questura (sempre che questo sia concesso, considerato quanto sta accadendo in vista di quelli per la Palestina), a nuove garanzie di impunità per gli agenti di polizia. Il Ddl 1660, impropriamente ribattezzato come al solito “Decreto Sicurezza”, è in realtà in tutto e per tutto un “Decreto Repressione”. Al suo interno, una fattispecie di reato nuova pensata per colpire ogni movimento che preoccupa il governo: operai, ecologisti, movimenti contro le grandi opere, contro la speculazione energetica e per il diritto alla casa. Una norma giudicata pericolosa anche dall’Unione delle Camere Penali, che ha proclamato un inusuale “stato di agitazione” degli avvocati contro la legge che è già stata approvata alla Camera e aspetta di approdare al Senato per il voto definitivo. Per spiegare ai lettori i caratteri preoccupanti di una legge che, se approvata in via definitiva, andrà ad apporre un nuovo chiodo sul diritto alla manifestazione del dissenso, L’Indipendente ha intervistato Eugenio Losco, avvocato da tempo attivo nella difesa di cause relative a proteste e movimenti sociali.

Partiamo dall’inizio, perché il ddl 1660 dovrebbe preoccupare più dei precedenti decreti sicurezza?

È un disegno di legge caratterizzato dalla volontà evidente di reprimere qualsiasi forma di lotta e di conflitto sociale, andando a colpire i vari movimenti e le lotte sociali in maniera specifica e dettagliata. C’è una norma studiata per reprimere gli eco-ambientalisti, una contro i lavoratori della logistica, una contro Ultima Generazione, una contro il movimento per la casa, una contro chi si oppone alle grandi opere, una contro i detenuti che protestano nelle carceri, e una contro gli immigrati nei centri di detenzione. Si tratta di un decreto repressivo concepito in modo organico, che costituisce quindi un salto di qualità rispetto ai precedenti decreti sicurezza.

Il decreto nella sua organicità si spinge oltre: mentre da una parte criminalizza il dissenso, dall’altra aumenta le difese dei corpi di polizia che hanno il compito di reprimere le proteste, è così?

Assolutamente. La pena per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, storicamente contestato in maniera molto vaga, viene aumentata di un terzo se commessa nei confronti di un poliziotto, senza possibilità di applicare le attenuanti generiche. La pena poi subisce un aggravio in caso di manifestazioni che contestano le grandi opere, una fattispecie pensata apposta per reprimere i movimenti che si oppongono alla TAV e al Ponte sullo Stretto. È stato poi introdotto un reato specifico di lesioni nei confronti di appartenenti alle forze dell’ordine, con pene molto gravi. Se normalmente una condanna per lesioni lievi prevede una pena bassa, se le stesse lesioni vengono inflitte a poliziotti la condanna varia da 2 a 5 anni. Se sono lesioni gravi, da 4 a 8 anni, mentre per lesioni gravissime si può arrivare a 16 anni di reclusione. A chiudere il cerchio viene poi concesso agli agenti di polizia il diritto di portare armi anche fuori servizio.

Il ddl si occupa anche di carceri e CPR, luoghi dove quest’anno si sono susseguite proteste, rivolte e suicidi. Un problema che il governo pare voler risolvere reprimendo le proteste anziché ragionando su come affrontare un problema sociale…

È esattamente così. Uno dei nuovi reati che più colpisce è sicuramente quello previsto dagli articoli 26 e 27 di questo disegno di legge, ossia il reato di rivolta in carcere, nei centri di detenzione amministrativa, nei CPR e negli hotspot. Non c’era nessun bisogno di introdurre un reato specifico di rivolta, dato che le azioni di protesta di questo tipo sono già fortemente sanzionate. È una norma bandiera, pensata a fini propagandistici, ma ciò che preoccupa di più è che all’interno di questi articoli è stato introdotto anche il reato di resistenza passiva. Un detenuto che rifiuterà di obbedire a un ordine impartito dalle autorità sarà punito come se avesse messo in atto un’azione violenta nei confronti degli agenti. La protesta passiva diventa reato di resistenza. Questo è piuttosto preoccupante, perché introduce nel nostro ordinamento una figura di reato inedita.

Su questo c’è il rischio che si torni ai regolamenti carcerari dell’epoca fascista, che imponevano un carcere fondato sulla punizione e la totale sottomissione del detenuto?

Sì, l’orientamento di questo governo sembra voler superare l’ordinamento penitenziario attuale che, quando è stato introdotto nel 1975, era all’avanguardia. Questo decreto mi sembra un esempio chiaro di tale volontà.

In che modo il ddl 1660 va a colpire i movimenti sociali?
Come dicevo, il disegno di legge è organico e prova a reprimere tutte le più forti lotte sociali degli ultimi anni. Il nuovo reato di occupazione, che prevede da 2 a 7 anni di carcere per chi occupa una casa, andando a colpire anche chi coopera con l’occupazione, appare come una norma ad hoc per colpire i militanti dei movimenti per il diritto alla casa.

La forte penalizzazione del blocco stradale, punibile con il carcere anche se attuato in forma pacifica, colpisce in maniera chirurgica una delle pratiche maggiormente utilizzate dagli operai della logistica. Il ministro Piantedosi ha dichiarato espressamente che l’introduzione di questo reato serve a impedire che le proteste dei lavoratori della logistica possano disturbare la distribuzione delle merci. Si tratta quindi di una norma che ha il duplice effetto di reprimere chi protesta e proteggere gli interessi della controparte, rappresentata dagli imprenditori, garantendo che i loro affari non siano disturbati dai blocchi operai. La soluzione del ministro ai quasi 240 scioperi di cui parla non è quella di indagare sul perché questi scioperi vengano fatti in un settore come la logistica, dove esiste un grave problema nell’applicazione dei contratti, ma di reprimere il diritto di sciopero.

Nella stessa cornice si inserisce l’aumento della pena di un terzo previsto per chi si oppone alle grandi opere definite strategiche, che mira a colpire i movimenti in difesa del territorio, come quelli contro la TAV, il Ponte, il MUOS o la speculazione energetica. Viene inoltre aumentata la possibilità di applicare i DASPO agli attivisti, impedendo loro, ad esempio, di avvicinarsi a opere di interesse strategico come ferrovie e trasporti urbani, o di partecipare alle manifestazioni.

In definitiva, queste sono tutte misure studiate in maniera metodica per colpire ogni forma di opposizione organizzata allo stato attuale delle cose. Si cerca anche il controllo totale della piazza e delle forme di protesta.

C’è poi il “terrorismo della parola”, la nuova norma che sanziona i materiali informativi scritti. Cosa implica?

Si tratta dell’introduzione del reato di “detenzione di materiale con finalità di terrorismo”. È un’altra misura che dimostra il livello di repressione pervasivo nel disegno di legge. Sarà considerato reato il semplice possesso di materiale che illustri la preparazione di congegni, armi o che parli di tecniche di sabotaggio, indipendentemente dal fatto che il soggetto intenda effettivamente mettere in pratica azioni concrete. La reclusione prevista va dai due ai sei anni. Si assiste a una forte anticipazione della punizione, nel senso che si punisce una condotta che, in termini giuridici, si definisce come “pericolo astratto”, mentre finora era richiesta almeno una minima concretezza.

Sembra che la direzione sia quella di concepire la sicurezza esclusivamente in termini di proibizione e punizione, ignorando completamente l’aspetto della sicurezza sociale. In questo modo, si passa da uno stato di diritto teorico a uno stato di polizia sempre più repressivo.

C’è senza dubbio un passaggio deciso verso un maggior autoritarismo, verso una modifica “all’ungherese” del nostro sistema. Poi sul fatto che non si investa per quanto riguarda il sociale, eccetera, non è il primo governo, forse tutti i governi recenti hanno fatto così. È ovvio che la questione di sicurezza non si risolve con la repressione, ma intervenendo nel sociale dove ce n’è bisogno. Ma questo non lo fa nessuno, né a destra né a sinistra.

Possiamo leggere questo nuovo decreto come una continuazione dei precedenti decreti sicurezza, dal decreto Minniti/Orlando al Decreto Salvini e al Decreto Caivano?

Sì, c’è sicuramente una continuità, ma questo decreto ha un impatto maggiore rispetto ai precedenti. Ha molti aspetti che richiamano un’impostazione quasi di stampo fascista. Penso, ad esempio, alle leggi che colpiscono determinate categorie in modo quasi discriminatorio, come le norme contro i Rom, la nuova definizione del reato di accattonaggio con l’aumento delle pene, o la modifica dell’articolo 146, che introduce la possibilità di applicare il carcere anche alle donne incinte o con figli minori di un anno. Oppure la norma che impone l’obbligo del permesso di soggiorno per ottenere una carta SIM e quindi un cellulare, rivolta agli immigrati.

Molti stanno denunciando principi di incostituzionalità nel ddl 1660. Lei cosa ne pensa: contiene norme contrarie alla Costituzione italiana?

Sarà sicuramente una questione da approfondire, ma a mio avviso ci sono punti che sono in aperto contrasto con la Costituzione. Pensiamo, ad esempio, all’articolo 3, che sancisce il principio di uguaglianza formale di tutti i cittadini davanti alla legge: come si concilia questo con il diritto dei poliziotti non in servizio a girare armati o con le norme specifiche rivolte ad alcune categorie sociali o etniche? C’è anche un problema di proporzionalità delle pene in relazione a certi reati, che è un altro principio costituzionale. Sono tutte questioni che potranno essere sollevate, ma purtroppo richiederanno tempi lunghi. Nel nostro ordinamento non esiste la possibilità di ricorrere direttamente alla Corte Costituzionale. Sarà necessario che un giudice sollevi la questione all’interno di un procedimento penale. Ma ci vorranno anni, e nel frattempo tutto questo impianto legislativo entrerà in vigore.

[di Monica Cillerai]

fonte https://www.lindipendente.online/2024/10/02/ddl-1660-una-norma-da-stato-di-polizia-intervista-allavvocato-eugenio-losco/

...e adesso ci devono rispondere !

 di Fabio Conditi

Se fermassimo per strada un passante e gli chiedessimo chi crea la moneta che utilizziamo per le nostre esigenze quotidiane, molto probabilmente ci risponderebbe, sbagliando, che il denaro è creato dalla banca centrale.

Se poi, gli dovessimo chiedere sulla base di cosa la banca centrale crea il denaro, a quel punto il ventaglio di risposte diventerebbe interessante; si partirebbe dall’oro, un evergreen, dalle tasse che incassa lo Stato, dal lavoro e sudore della fronte del popolo e per qualcuno magari, vi sono schiere di nanetti sotto la BCE che scavano alla ricerca di pepite d’oro.

Ecco, provare a chiarire ad esempio, che il denaro che oggi utilizziamo è creato per il 90% dalle banche commerciali (Unicredit, Intesa, BPM, MPS…) attraverso i PRESTITI e che come controparte troviamo i contratti di ipoteca od altre garanzie, incontra una barriera mentale rigidissima.

E questo nonostante la conferma da parte delle stesse banche centrali, le quali scrivono nero su bianco che la creazione del denaro avviene attraverso i prestiti delle banche commerciali, come nel caso della Bank of England nel famoso Quarterly Bulletin del 2014 dal titolo “Money creation in the modern economy”: Nell’economia moderna, la maggior parte del denaro assume la forma di depositi bancari. Ma il modo in cui vengono creati questi depositi bancari è spesso frainteso: il modo principale è attraverso i prestiti delle banche commerciali. Ogni volta che una banca concede un prestito, crea simultaneamente un deposito corrispondente nel conto bancario del mutuatario, creando così nuovo denaro.

Capire chi crea la moneta, come la crea e dove finisce questa quantità di denaro, dovrebbe essere la priorità nei discorsi della politica, tra le persone e persino sui media nazionali,che invece ci riempiono la testa di questioni inutili e secondarie.

E invece no. Regna un silenzio assordante.

Noi tutti subiamo una indegna rappresentazione della realtà attraverso la somministrazione della menzogna o falsa verità, ripetuta tutti i giorni, più volte, fino allo sfinimento che batte e ribatte sempre sugli stessi FALSI dogmi:

1 – la moneta è un bene scarso,

2 – lo Stato è come una famiglia,

3 – il debito pubblico va restituito,

… e poi, abbiamo vissuto al di sopra delle nostra possibilità, siamo un popolo di evasori, il lavoro nero …

Bisogna informarsi invece, fare uno sforzo, cercare di capire la realtà, rimuovere i dogmi ed impedire che questo sistema criminale possa continuare ad operare senza freni.

Il prosperare di questo diabolico sistema di creazione della moneta ha prodotto in pochi decenni la più grande concentrazione di ricchezza nelle mani di pochissimi individui della storia.

E’ un sistema predatorio, funzionale al trasferimento di ricchezze nelle mani di pochissimi ed in grado di generare velocemente disuguaglianze senza precedenti, anche in paesi sviluppati: in UK, 6 multimiliardari posseggono la ricchezza equivalente dei 13 milioni di inglesi più poveri.

Non stiamo parlando, con tutto il rispetto, del Burundi o del Vietnam, ma del Regno Unito.

Secondo il rapporto OXFAM 2024, i cinque uomini più ricchi del mondo, Elon Musk, Bernard Arnault, Jeff Bezos, Larry Ellison e Warren Buffett. hanno più che raddoppiato le loro fortune da 405 miliardi di dollari a 869 miliardi di dollari dal 2020, mentre la ricchezza del 60% più povero, quasi 5 MILIARDI di persone è diminuita.

Utilizzando i dati di Wealth X, si scopre anche che l’1% più ricco del mondo possiede il 43% di tutti gli asset finanziari globali.

A voi sembra possibile continuare così???

Arrivare a comprendere che oggi, ora, la moneta può essere creata senza debito dagli stati sovrani (titolari della sovranità monetaria che non è MAI stata ceduta) ed essere spesa direttamente nell’economia reale per realizzare investimenti produttivi, ricerca, sanità, tutela dell’ambiente, istruzione, infrastrutture è il primo passo che ciascuno di noi deve impegnarsi a compiere per poter insieme realizzare un sistema ed un modello di società più giusto, in cui tutti possano vivere dignitosamente senza subire ricatti e minacce dal sistema finanziario globale.

E’ il momento di pretendere delle risposte.

Per questo motivo abbiamo richiesto formalmente alle Istituzioni del nostro Paese, attraverso una Istanza di accesso agli atti amministrativi, secondo la normativa vigente, di chiarire una volta per tutte alcuni interrogativi essenziali, dai cui discendono implicazioni sostanziali per il benessere del popolo e della nazione.

Abbiamo così chiesto al sig Ministro dell’Economia On. Giancarlo Giorgetti, al Presidente del Consiglio On. Giorgia Meloni, al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ai presidenti delle Commissioni Finanze e Bilancio di Camera e Senato, al Presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana e del Senato, Ignazio La Russa, di rispondere e motivare punto per punto alle seguenti domande:

1 – di chi è la Sovranità Monetaria;

2 – perché lo Stato non conia maggiori quantitativi di monete metalliche, come invece fanno altri paesi europei;

3 – perché lo Stato non utilizza l’emissione di Biglietti di Stato aventi corso legale sul solo territorio nazionale;

4 – perché lo Stato non autorizza l’emissione di moneta elettronica da parte del Tesoro o di altri soggetti pubblici, secondo quanto disposto dall’art.114 bis del Testo Unico Bancario;

5 – perché lo Stato non si dota di un sistema di banche pubbliche in grado di soddisfare la domanda di credito per le piccole e medie aziende, che sono la spina dorsale della nostra economia;

6 – perché lo Stato non considera la possibilità di emettere debito pubblico attraverso la creazione di Conti Correnti di Risparmio al posto del collocamento sul mercato dei BTP, con i quali garantire realmente la tutela del risparmio secondo art. 47 della Costituzione;

7 – perché lo Stato non utilizza lo strumento del credito d’imposta cedibile, previsto dal MGDD aggiornato nel 2022, per fare investimenti, finanziare opere pubbliche ed ogni altra forma ritenga funzionale allo sviluppo del paese, ricordando che l’emissione di credito d’imposta non è MAI debito pubblico.

Siamo in attesa delle risposte e la legge prevede che debbano rispondere in 30 giorni, altrimenti possiamo sollecitare la risposta dal Responsabile della corruzione e della trasparenza e infine possiamo ricorrere al TAR.

Noi non faremo un solo passo indietro.

Fabio Conditi e Stefano Di Francesco
Presidente e vicepresidente dell’associazione Moneta Positiva

http://monetapositiva.it/
Movimento culturale Un Mondo Positivo
https://unmondopositivo.it/
dove puoi trovare libri e corsi per diventare consapevole

fonte https://scenarieconomici.it/e-adesso-ci-devono-rispondere/

mercoledì 2 ottobre 2024

Un posto orribile dove vivere

 Ci sono delle frasi lapidarie che possono anche far sorridere, ma che se contengono delle discutibili verità, la cosa certa è che inducono a riflettere. Una di queste recita più o meno così : i genitori, la famiglia di provenienza, non puoi sceglierla, ma la moglie sì. Lasciando perdere il maschilismo che la frase può , secondo i punti vista, racchiudere, resta il fatto che il marito o la moglie che dovrebbe farci da compagno di viaggio in questa vita terrena, è vero che possiamo sceglierlo. O subirlo. E infatti il paese dove nasciamo e di cui siamo cittadini, almeno fino a una nostra prossima fuga dal paese natio, rimane l'unico posto in cui lavoriamo (se siamo fortunati) e, nel nostro specifico caso, vediamo e subiamo tutte le angherie possibili e immaginabili che un essere umano può pensare. Possiamo ricordarci i vigili urbani fiorentini che misurano l'ingombro delle fioriere e dei vasi di fiori disposti al di fuori dei locali commerciali, soprattutto bar: e le relative multe perché questi vasi erano troppo ingombranti, e per questione di pochi centimetri. Ma per restare nelle mia città, Cagliari, in tempi passati ma comunque recenti, vedevi all'opera giovani armati di metro e macchina fotografica, che dovevano immortalare insegne, tende e perfino vetrofanie, cosicché si stabilisse il reale ingombro esterno nel caso della tenda e la tassa sulla pubblicità nel caso di insegne e vetrofanie (che in precedenza erano state escluse). A queste vessazioni se ne sono aggiunte altre, che vedono all'opera i solerti vigili urbani, che verificano se il numero di tavoli e sedie disposti al di fuori di bar o ristoranti, è quello previsto dalle concessioni oppure no; idem per le famose lavagne che comunicano menù , prezzi e orari. Ecco che se per i vigili non è tutto regolare, scattano le multe, che nel caso nostro sono spropositate e vessatorie. In un recente caso un ristorante cinese si vedrà il locale chiuso per circa una settimana , ma non nei prossimi giorni, bensì dal primo maggio 2025: periodo in cui , per fortuna, i ristoranti dovrebbero riprendere il lavoro, e da noi c'è la festa in onore di Sant'Efisio, considerata la più importante in Sardegna. Ergo "puniamo il ristoratore" e proprio in quel periodo. Ma la stessa sorte capita assai spesso a bar e ristoranti, vuoi per due sedie e un tavolino in più aggiunti perché, per grazia di Dio ci sono clienti in più, ma non la pensano così i solerti e inflessibili agenti della polizia locale, che sono dalla parte della legge. Ai tempi di Salomone chissà cosa avrebbero combinato: avrebbero diviso in due il bambino, ne sono quasi certo. Dura lex, sed lex. Loro la legge la applicano, a prescindere. Non si immedesimano nelle necessità o vicissitudini delle persone, loro devono solo applicarla la legge, seguire le disposizioni e i protocolli, non devono capire : non sono pagati per quello. Anzi ,come capitò alcuni anni fa in un comune limitrofo a Cagliari, ci fu un incremento nelle contravvenzioni: secondo alcuni fu utile per comprare le nuove divise. Ma sono , di certo, solo voci. Non sono voci invece i premi di produzione se, pe esempio, si notificano più cartelle e si riesce a estorcere i pagamento di quanto dovuto allo stato, fosse pure per importi non dovuti o esagerati. Perché in tanti casi, come per multe e sanzioni, ma anche per quanto dovuto come tasse, non sarebbe male verificare se è giusto dover pagare cifre esose di irpef o iva. Ma questo a certa gentaglia che riceve gli oboli ogni mese anche se non fa un tubo , non importa, anzi. Sono parte del numero di parassiti che ,se le cose dovessero mai cambiare, dovrebbero trovarsi un lavoro: sempreché , il loro curriculum glielo permetta. Visti i precedenti non credo proprio, ecco perché il milione e mezzo di persone che, secondo i calcoli è al servizio del potere (vedi forze dell'ordine e amministratori pubblici), difficilmente si farà estromettere o rinsavirà. Ma , come nel caso del covid, non potendo non sapere erano consci dei danni che avrebbero compiuto: green pass, lockdown, multe , spiate, divieto di compiere autopsie e di utilizzare cure alternative, radiazione dall'albo , licenziamenti. Non so se può bastare per avviare e concludere inchieste, giornalistiche e giudiziarie. Ma questo se fossimo nati e cresciuti in un altro paese. Ecco perché ,ribadisco, questo è un posto orribile. 

lunedì 30 settembre 2024

La Russia non è mio nemico

Articolo di Valeria Casolaro e comparso su L'Indipendente online e qui riproposto: condivido pienamente l'avversità a guerre , confische, sanzioni, invio di armi a qualunque paese, oltre a militarizzazioni varie, stile "vaccini coperti da segreto militare o esercitazioni militari a gogò ".

Nelle ultime settimane, in decine di città italiane sono comparsi manifesti che chiedono uno stop al coinvolgimento italiano nelle guerre in corso: «La Russia non è un nemico», recita una scritta in nero apposta sopra l’immagine di una stretta di mano. La mano sulla sinistra è dipinta con i colori della bandiera italiana, quella a destra con i colori della bandiera russa. Sotto l’illustrazione, un’altra scritta: «Basta soldi per le armi in Ucraina e Israele. Vogliamo la pace e ripudiamo la guerra (articolo 11 della Costituzione)». La notizia ha subito fatto il giro del mondo, finendo su canali internazionali come la CNN e spingendo due senatori di Italia Viva, Ivan Scalfarotto ed Enrico Borghi (quest’ultimo anche membro del COPASIR), a presentare un’interrogazione parlamentare sulla questione. In tempi rapidi, è stato possibile leggere di dubbi e preoccupazioni riguardanti il fatto che potesse essere arrivato un «sostegno economico da parte di soggetti o enti esteri» ed è stata riaperta la caccia ai presunti finanziamenti di Putin. I promotori hanno tuttavia sottolineato che i fondi per l’iniziativa sono arrivati da una raccolta pubblica, mentre l’affissione è stata «pubblicizzata da varie associazioni apartitiche pacifiste».

Ad esprimere «preoccupazione» per la « propaganda russa» nella Capitale italiana è stata anche l’ambasciata ucraina, che ha chiesto al Comune di Roma di «riesaminare la concessione dei permessi per tali manifesti, che hanno il chiaro scopo di riabilitare l’immagine dello Stato aggressore». Pochi giorni dopo, la CNN ha ripreso la notizia, sottolineando come i «poster di propaganda russa» non hanno causato particolare sconvolgimento tra il pubblico italiano, probabilmente perché «sono apparsi durante l’estate, mentre in molti erano in vacanza». Moltissime testate italiane hanno successivamente ripreso un articolo de Linkiesta, il quale cita come tra i principali promotori della campagna vi fosse Domenico Aglioti, ex M5S e consigliere municipale a Roma, definito «generoso committente della campagna pro-Putin» (che sarebbe costata tra i 30 e i 50 mila euro, secondo «esperti» non meglio specificati citati dalla testata), oltre che «animatore dei movimenti no-Vax, anti 5G e putiniano». Secondo la replica del diretto interessato, tuttavia, la campagna sarebbe costata appena 3 mila euro e sarebbe stata finanziata da oltre 200 cittadini provenienti da tutta Italia, che hanno versato ciascuno una piccola quota a titolo volontario. Tuttavia, lo «scoop» del giornale online avrebbe dato il via a un’ondata di indignazione istituzionale, con interrogazioni presentate persino alla Commissione europea da deputati francesi.

Ancora prima che alle istituzioni stesse, l’idea che gruppi di cittadini possano organizzarsi per andare contro alle posizioni dominanti (che si tratti di vaccini contro il Covid o di critiche a Israele e Ucraina) sembra proprio non andar giù alle testate giornalistiche di orientamento libertario, che si dicono custodi e promotrici della libertà di stampa e di parola. È il caso, nemmeno a dirlo, di Repubblica, che, in un articolo a firma di Tommaso Ciriaco e Giuliano Foschini, scrive come «la campagna sembra troppo organizzata per arrivare da gruppetto di cittadini organizzati», come se l’affissione di cartelli pubblicitari costituisse chissà quale tipo di azione sovversiva di inaudita complessità. C’è da dire che Foschini non è nuovo alle ipotesi complottistiche stiracchiate: solamente pochi mesi fa aveva (nemmeno troppo velatamente) accusato proprio L’Indipendente di essere promotore della campagna di disinformazione di Mosca e i suoi donatori di essere agenti pagati dal Cremlino.

Chiunque esprima posizioni diverse da quelle ufficiali in merito alla guerra tra Russia e Ucraina è tacciato di «filoputinismo» sin dal giorno in cui il conflitto è iniziato. Non sono esenti da tale etichetta nemmeno coloro che si limitano a sostenere posizioni pacifiste, chiedendo che l’Italia rispetti l’articolo 11 della sua stessa Costituzione, che ripudia la guerra in ogni sua forma. Già due anni fa, il COPASIR (Comitato per la Sicurezza della Repubblica) stilò una lista di nomi di personalità della politica e del giornalismo (e non solo) accusati di tali posizioni. Lo schema si ripropone identico oggi, con il senatore Enrico Borghi (membro del COPASIR) che ha presentato una interrogazione parlamentare in merito alle affissioni insieme al senatore Ivan Scalfarotto (Italia Viva). «Perché questa iniziativa?» si chiede preoccupato il senatore. L’idea che i cittadini siano semplicemente contrari alla guerra, evidentemente, non appare plausibile.

[di Valeria Casolaro]

https://www.lindipendente.online/2024/09/30/manifesti-la-russia-non-e-un-nemico-media-e-copasir-riaprono-la-caccia-ai-putiniani/

lunedì 23 settembre 2024

Punti vista

 Ho letto, recentemente, di persone che hanno esaltato "onlyfans" e siti , con situazioni, simili: sarebbe un qualcosa di rivoluzionario, nel senso che aiuta le donne a emanciparsi o , quantomeno, a ribaltare lo status odierno che vede l'uomo primeggiare sulla donna. Ciò che le donne fanno non verrebbe riconosciuto, almeno non quanto dovrebbe. Ecco perché alcune donne sono recentemente venute allo scoperto , e hanno dichiarato che prima, come bariste o banconiere, ricevevano uno stipendio basso, mettiamo 600 euro: dovevano lavorare molte più ore di quanto previsto dai contratti, e la cifra irrisoria consentiva a stento di andare avanti. Poi, non ricordo come (anche perché non riportato nell'articolo) ecco che si aprono le porte e le possibilità offerte da onlyfans e pornohub e similari: di punto in bianco, o quasi, ecco che la ragazza, la donna, può permettersi di fare dei video , 3 o 4 o anche di più, al giorno e inviarli ai clienti. Il ragionamento di questa donna, e credo anche di altre , è che mentre prima arricchivo, con il lavoro al bar , il mio datore di lavoro, oggi sono io che ricevo i soldi dai maschi, dagli uomini. Che dire? Dico, io ed è il mio pensiero in merito, che la donna identifica il suo datore di lavoro come un uomo che approfitta della necessità che lei ha di lavorare; che come uomo è , di fatto, suo nemico; e , dulcis in fundo , lei mercifica il suo corpo. Che dire ancora? Che , evidentemente , la donna in questione non sa quanto costa tenere in piedi un bar, non ha idea per esempio del costo dell'affitto, dell'energia, dei vari adempimenti (lotteria degli scontrini, per esempio, o adeguamento del registratore di cassa), costo degli spazi esterni o delle merci o dei contributi ; sa anche che , quando viene mandata in ferie, deve essere sostituita e chi la sostituisce deve essere pagata. Potrei continuare con esempi di altri lavori che prevedono che una persona "deve vendere e quindi rendere", e non scaldare la sedia in un ufficio pubblico dove se un giorno vengono 50 persone e un altro giorno non viene nessuno, a fine mese lo stipendio viene pagato lo stesso: questo per dire che il barista può reggere alcuni mesi, andando in rosso o spostando dei pagamenti, ma poi se per mille ragioni non riesce più a incassare abbastanza, o chiude o riduce il personale. Il punto chiave è il costo del lavoro , tra contributi e stipendi: gli stipendi, è vero, non sono alti. Del resto anche nei market ci sono tirocinanti, e sono lì da anni: ora pagare il giusto sarebbe il minimo. Ma chi stabilisce la cifra? Idem per i contributi. Ora non voglio entrare nello specifico, perché un banconiere potrebbe dover ricevere uno stipendio X , mentre un commesso in una cartoleria dovrebbe ricevere un importo diverso, al pari di chi lavora come netturbino in una coop che lavora per un comune. Purtroppo non si parla nei dettagli di situazioni simili, ma si dovrebbe farlo, magari parlando anche di altre categorie di lavoratori come gli agenti di commercio o i padroncini. Ma se parliamo di concetti, ecco che sentire che una donna che si spoglia su onlyfans o fa telefonate porno, non credo che perda dignità o che si debba sentire, come dicono in tante, violata: non fa la prostituta nel vero senso della parola, seppure si direbbe che esistono altri lavori o professioni . Il punto è che oggi gli stipendi sono e rimangono bassi: prima si dava a un commesso, ai miei tempi almeno, 1 milione e rotti, anche 1 milione e mezzo, con tanto di un mese di ferie, domeniche libere, e in tanti casi si lavorava dal lunedì al venerdì. Oggi non è più così, ma non per colpa dei datori di lavoro, almeno non credo si tratti dei baristi: forse sono i supermercati e i centri commerciali , dove ci sono i negozi in franchising , i veri responsabili, quelli delle aperture 365 giorni . Se invece facciamo un passo indietro, non mi pare giusto assimilare chi si spoglia a chi si prostituisce, e quindi andare a vedere e copiare le regolamentazioni olandesi o neozelandesi; semmai queste donne, intendo le piddine pseudo radicali, che vorrebbero regolamentare il tutto, così da far pagare i contributi e magari costringere queste donne a iscriversi a un sindacato e , anche in assenza di rapporti sessuali, obbligare le stesse a visite mediche , così da ricevere il via libera per esercitare la professione. Lungi da me difendere chi ha deciso o è costretto a prostituirsi, ma è bene che si ricordi anche chi gestisce la stessa nelle strade, tipo mafia nigeriana per intenderci, ma non mi piace che , in stile bergogliano, si accusi nei fatti i baristi o i commercianti in genere. 

domenica 22 settembre 2024

Vietato criticare il Capo di Stato! – triestino rischia fino a 5 anni per vilipendio a Mattarella

 Riporto dal sito comedonchisciotte.org un post che ritengo interessante. Non penso abbia bisogno di grosse spiegazioni, e nel titolo c'è già, praticamente, tutto. Però aggiungo che , se il Pdr fosse saggio come si spera, sarebbe lui stesso a non volere processare nessuno perché critica i suoi discorsi o esternazioni, ma anzi gradirebbe un confronto e un dialogo con la maggior parte dei cittadini, seppure critici. Di seguito il post e in coda il link. Buona lettura , se vi va.

Di Adam Bark

Un militante triestino di nome Darko Jermanis rischia fino a 5 anni di carcere per aver scritto su Facebook che Mattarella è un “essere spregevole”, si avete letto bene. In particolare, egli ha commentato con un post un articolo dell’ANSA che riprendeva delle dichiarazioni in cui Mattarella affermava e comprovava l’assoluta verità che “grazie ai vaccini si sono salvate migliaia di vite umane”.

Per queste gravi eresie al dogma della chiesa di Pfizer, il 27 settembre nel foro di Trieste, Jermanis dovrà rispondere dell’accusa di vilipendio del praticamente incriticabile capo dello stato. Un crimine a dir poco assurdo, l’art 278 del codice penale infatti prevede: “Chiunque offende l’onore o il prestigio del Presidente della Repubblica è punito con la reclusione da uno a cinque anni”. In pratica, nella democraticissima Repubblica Italiana la figura di Capo di Stato viene innalzata a essere “il più eguale tra gli eguali” dal codice penale. Mattarella è quindi, non più un libero cittadino di uno stato in cui la costituzione prevede che “la legge è uguale per tutti” (come noi plebei), bensì si erge a figura di cui “onore e prestigio” sono intoccabili. Mi sento di aggiungere che questi due termini sono di ben soggettiva interpretazione, quand’è che finisce una critica e inizia la lesione d’onore? La decisione spetta alla magistratura, su cui siamo convinti di poter giurare sull’assoluta imparzialità del proprio operato?  Il reato di “Offesa all’onore o al prestigio del Presidente della Repubblica” nasce infatti nel codice penale dello stato fascista con il Regio Decreto del 19 ottobre 1930, non sarebbe proprio a una (sedicente) democrazia di aggiornarne i contenuti? Purtroppo la legge rimane tutt’ora vigente e può essere applicata quando figure dal pensiero indipendente come Jermanis osano di criticare, un po’ troppo, il Capo di Stato.

Il 27 Jermanis non ha solo intenzione di provare la sua innocenza, bensì anche la colpevolezza dello stato italiano nella criminale gestione pandemica. Infatti presenterà alle corte una schiera di autorevoli esperti in materia: il Dott. Fabio La Falce (farmacista ospedaliero), il Dott. Fabio Franchi (virologo e ricercatore indipendente ) e il Dott. Marco Bertali (psichiatra) per la parte medico/scientifica/normativa nonché due testimoni degli effetti avversi da vaccini, che possono testimoniare che questi non sono stati dei farmaci innocui.

Inoltre de-jure, Jermanis è un cittadino del Territorio Libero di Trieste e non della Repubblica Italiana di cui Mattarella è a capo. Abbiamo già trattato più volte le complessità inerenti alla questione nel mio articolo TERRITORIO LIBERO DI TRIESTE: IL SEGRETO CHE FA TREMARE WASHINGTON e in quello del Prof. Lorenzo Maria Pacini COSA DIAVOLA STA SUCCEDENDO A TRIESTE?;  ma il nocciolo della questione è che lo stato italiano ha perso la sovranità sul territorio con la Risoluzione 16 dell’ONU il 10 gennaio 1947. Perché è importante in questo caso? Anche se a Trieste lo stato italiano calpesta il diritto internazionale, Mattarella è per Jermanis null’altro che un capo di uno stato estero a cui quindi questa legge non dovrebbe applicarsi.

Morale della favola? La legge NON è uguale per tutti e lo sta diventando sempre di meno. Uguaglianza e libertà, non sono forse questi come ci viene raccontato, i dogmi fondanti del sistema politico Occidentale? Evidentemente la favoletta dell’utopismo liberale collassa su se stessa quando viene presentata una minaccia, che ne questiona la validità dei principi. Il sistema ha già cambiato faccia, abbandonando vecchie maschere e evolvendosi nella sua attuale fase post-ideologica, in una metamorfosi contraddittoria e al nocciolo totalitaria. Si ha il diritto di esprimere le proprie opinioni, finché quest’ ultime rientrano nei dogmi della filosofia liberale e, come in questo caso, delle sue incriticabili figure. Jermanis, a cui va tutta la nostra solidarietà,  è uno dei tanti casi.

Il 27 settembre alle 11:30 davanti al Tribunale di Trieste si terrà un presidio in suo sostegno.

Di Adam Bark

https://comedonchisciotte.org/vietato-criticare-il-capo-di-stato-triestino-rischia-fino-a-5-anni-per-vilipedio-a-mattarella/

mercoledì 18 settembre 2024

Roba da inorridire

 Ho letto due o tre post o articoli, visto che per sapere chi fossero o potessero essere i sostenitori o i detrattori del presunto vaccino anti covid, mi sono di fatto dovuto sorbire roba tipo sky tg 24 e una specie di giornale che dovrebbe essere di una scuola per giornalisti. In quest'ultimo giornale o pseudo tale, si parlava di un chitarrista , Neil Young , che prima delle sue affermazioni contro i no vax ammiravo: ora la sua Harvest se la può tenere. Almeno Crosby aveva fatto "la mossa" di appoggiare gli Occupy Wall Street. Non paghi di citare l'intervento di 200 medici a  sostegno del vaccino, si parla di medici americani, e che hanno invitato un Anthony Fauci a sostenerli, sanno solo parlare di complottisti e mai e poi mai che si pongano domande o che interpellino altri veri luminari come Montagnier. Ma essendo gli articolisti italiani forse lo immaginano un vecchio rincoglionito, seguendo quanto detto da un noto gaglioffo nostro connazionale. Vedete non si tratta di etichettare qualcuno con termini dispregiativi e offensivi, ma di porsi domande e voler arrivare a uno straccio di verità: qui invece si agisce come certi giudici famosi e cattivi e noti ospiti televisivi di trasmissioni faziose, e che ti sbattevano dentro privandoti dei tuoi diritti elementari solo per farti confessare. Poi cercano le prove, o le costruiscono: del resto tante cose di cui siamo certi sono solo effetto di ricostruzioni , magari fatte al computer e con l'ausilio, oggi più di ieri, dell'intelligenza artificiale. Questi giornalisti o pseudo tali, non sanno nemmeno fare un minimo di giornalismo d'inchiesta: e solo perché non hanno gli attributi per porsi e porre domande. Non si sono mai chiesti , sul covid ma anche su altri temi, perché, o se c'è qualcuno che ci guadagna o perde qualcosa, o anche perché una specie di ministro non risponde mai alle domande ma sa offendere una persona disabile. Ma è bravo costui, e seppure non più ministro scrive o si fa scrivere libri che poi presenta in tutta Italia. Però rifiuta il contradditorio, abituato com'è a trasmissioni tv dove impediscono di rivolgergli domande, o dove a chi vuole esprimere le proprie idee, come prevede la nostra bellissima costituzione, viene impedito di esercitare tale diritto. Anzi, si parla osi urla sopra, si ridacchia, e in alcuni casi si "taglia" e si "rimonta" l'intervento. Ora appena vedrò un film dove c'è un attore che so essere stato provax, non lo guarderò più: a meno che non si penta, e rilasci una dichiarazione in tal senso. Idem con patate per i cantanti, anche se gente come Bono Vox non l'ho mai digerita, idem per i Foo Fighters. ma in questo caso per la sua opposizione a Trump. Finché si opponeva, se mai l'ha fatto, a gente tipo Dick Cheney o Paul Wolfowitz , mi sta bene e mi trovava e trova d'accordo: è gente da processare , tipo Tony Blair, non gente da premiare o pagare perché tenga conferenze. Ma ripeto ciò che ho scritto già altre volte: un conto è sbagliare, in buona fede se vogliamo, ma un'altra cosa è imbrogliare per ottenere vantaggi di tutti i tipi. Ora che nessuno voglia più ricordare, soprattutto tra i giornalisti, che il signor Blair ha fatto in modo di attaccare e far attacare un paese come l'Iraq, dimostra a che livello di leccata di piedi e di altre parti del corpo siamo ancora. Non dimenticheremo certo i provax lecchini, e i loro sostenitori. Peccato non avere dei giudici che, quando hanno letto e sentito certe affermazioni, non sono intervenuti o hanno archiviato il tutto . Peccato. Ma Dio vede e provvede. Se non siete cristiani , per caso credete nel karma? 

Dimenticare è farsi fregare

 Al padre dei due Kennedy uccisi, il nonno del candidato indipendente alle elezioni presidenziali Usa per intenderci ,è attribuita una frase , un pensiero, che possiamo fare nostro : perdoniamo i nostri nemici, ma non dimentichiamo mai i loro nomi. Oggi come oggi, sento dire da molte persone con cui ho il piacere di dialogare, che si dimenticano tante e troppe cose: cioè le cose fatte mesi addietro o anche solo qualche giorno fa, sono difficilmente collocabili in un ben preciso arco di tempo. Della serie che un amico non ricordava se il proprio padre fosse deceduto nel 2021 o nel 2022: gli ho dovuto ricordare che , in realtà era morto nel gennaio 2023, come il mio del resto. Logicamente ci sono i soliti sapienti, i cacciatori delle bufale, i bugiardi per intenderci, giornalisti e influenzatori prezzolati, che guadagnano soldi a calci in culo, che motiveranno questi buchi nella memoria con lo stress che è stato generato dalla pandemia. Peccato che non sia così. Ma il vero motivo di questo mio post è nel ricordarci che non dobbiamo essere buoni, né buonisti, nei confronti dei vari governi che hanno gestito , e stanno gestendo, le nostre vite e la nazione dal 2020 a oggi. Anzi facciamo pure dal golpe del 2011, così chiariamo meglio che ci è stato impedito di riacquisire la nostra sovranità territoriale e monetaria. Io stesso in principio ho pensato che forse , nel caso della pandemia, il governo non fosse preparato. Ma quando nel gennaio 2020 fu introdotto lo stato di emergenza, fui tra quelli che si domandavano se e quanto la nostra libertà personale sarebbe stata limitata, ridotta, e perché mai. E quando vidi che non si potevano rivolgere domande, non ci si poteva pubblicamente interrogare sul covid, sui vaccini, né criticare l'operato del governo e , soprattutto, perché nessuno pubblicamente rivolgeva domande sul perché e percome non si potevano trovare e cercare altre strade per curare "non si bene cosa", allora ho capito, finalmente , che erano tutti pressoché in malafede, che mentivano sapendo di mentire. E voglio andare oltre: non ho visto ,se non pochi casi, di persone che vengono ritenute vip, andare controcorrente , mettere in dubbio la validità e l'utilità dei presunti vaccini, opporsi al green pass, criticare i dpcm e chi ne ha permesso l'uso e abuso, fare le pulci, costituzione alla mano, al presidente della repubblica, smontare le tesi dei virologi invece di confrontarle con quelle di altri medici e studiosi. E soprattutto mi ha fatto rabbia che siano state sposate le parole di un noto scrittore nonché massone, come Eco, quando affermava , in pratica, che i social media danno parola a legioni di imbecilli. Chiederei a Eco, se fosse ancora vivo, ma lo chiedo a chi sostiene le sue parole, perché mai io o altri non possiamo o non dobbiamo avere diritto di parola, e perché mai pensieri diversi da quello del governo , non possano essere espressi e presi in considerazione. Del resto so bene che tanti di questi presunti saggi vorrebbero che il diritto di voto non fosse concesso ai complottisti, ai no vax e ai nemici di Israele e dei "nostri alleati": cioè chi critica il governo, chi è contro il genocidio che Israele sta compiendo in Palestina, chi critica l'interventismo degli Usa, chi non vuole più le basi Usa nella nostra nazione, chi è contro le pale eoliche e 5 G, chi non vuole la digitalizzazione e il portafoglio elettronico, ecco è un nemico che deve essere zittito, estromesso dalla società, ridotto sul lastrico . Quando sarà alla fame non sarà difficile convincerlo a chiedere, lui stesso, una buona morte: un po' quello che è stato fatto in Canada con diversi senza tetto, convincendoli a scegliere l'eutanasia. Possiamo quindi dimenticare le migliaia di attività che i governi, soprattutto dal 2020 ad oggi, hanno fatto fallire? Possiamo dimenticare le decine di persone che , soprattutto per cause economiche e mancanza di aiuti e sostegno (anche da parte di associazioni colluse) , si sono suicidate? Non sapete quante sono, ho scritto decine, perché i dati non vengono, volutamente , diffusi: per non creare allarmismo , e in minima parte perché i familiari non vogliono. Ecco perché non dobbiamo dimenticare, perché vorrebbe dire che non è successo niente, mentre sappiamo che non è così. Vedere che il governo continua a comprare armi , e che queste vengono date all'Ucraina, mentre noi dobbiamo ricostruire un'economia che difficilmente ripartirà, e sappiamo che quei soldi per quelle armi dovrebbero essere utilizzate per il nostro paese, ecco fa rabbia. E fa rabbia che di questo non se ne parli. Certo dispiace leggere che il famoso Tizio, l'altrettanto famoso Sempronio, ci abbiano lasciati anzi tempo: ma cosa diamo da mangiare a noi e la nostra famiglia? Con che cosa paghiamo le bollette? E , cosa altrettanto importante, come possiamo immaginare un futuro per questo paese se pensiamo agli altri paesi e non al nostro? Sarebbe bene che questi governanti dei miei stivali, compresi quelli delle piccole città si vedessero sottratti stipendi e beni propri , con la motivazione che dobbiamo pagare le armi e inviare aiuti ad altre nazioni: se lo meriterebbero. Una domanda : come mai c'è il segreto militare sui vaccini covid?

martedì 17 settembre 2024

Il piccolo cortile

 Il piccolo cortile indica il luogo che interessa il politico locale, il vile affarista che cerca di fare denaro e aumentare il proprio potere, l'amministratore locale corrotto, tutte persone , ma ce ne sono tante altre, che operano in un terreno ben definito: che si tratti di una città o regione , o che siano all'interno di un ente pubblico, poco importa, dato che il risultato è lo stesso. Ciò vale anche per chi opera nei media, siano questi il web o la tv o la radio o altri ancora: si tratta di reucci, di persone che credono di essere arrivate soltanto perché si sono imposte, ma l'hanno fatto in modo criminale. Perché un tal dei tali che spadroneggia in tv, zittendo gli ospiti non graditi, cioè quelli che devono essere bastonati e derisi , che detta la linea degli argomenti e impedisce ogni contraddittorio, non è da meno, come effetti, di chi intasca mazzette, installa telecamere o autovelox o permette lo scempio del green. Come pure chi ha ceduto non solo la sovranità, stile "vile affarista", ma permette lo sfruttamento delle risorse del sottosuolo a multinazionali , cede sovranità , e non fa gli interessi della propria nazione. Ma a costoro, ai delinquenti intendo, interessa solo e soltanto coltivare il proprio orticello, mantenendo lo status quo. Provate a chiedere a uno di questi tizi se si può riprendere a battere moneta, evitando le aste dei btp che sono truccate per farci affogare; provate a domandare se e quando si possono avere i doppi binari nelle linee ferroviarie o se possiamo coltivare ciò che ci serve e ci piace,  o se possiamo riavere una fabbrica d'auto italiana. E le cose da chiedere e su cui interrogarsi possono essere ancora tante, come l'accesso al credito o come fronteggiare i debiti verso lo stato esattore. Fate vobis. 

venerdì 13 settembre 2024

Gli indifferenti

 Fa sempre piacere vedere e rendersi conto che , intorno a noi, c'è un mare di persone indifferenti. Nel senso che si comportano, con indifferenza appunto, e manifestano , più o meno apertamente, menefreghismo verso gli altri: di solito quando quest'ultimi siano in situazioni di disagio o difficoltà. E non mi riferisco solo ed esclusivamente a difficoltà economiche, lavorative: pensiamo , ad esempio, a chi non riesce a far sentire la propria voce attraverso i social , o che si vede i commenti su un youtube o fb cancellati , o come il sottoscritto che viene invitato a cancellare dei post perché in UK o D risulterebbero offensivi o qualcosa di simile . E se andassimo oltre scopriremo che viene impedito , pressoché a tutti noi, di esprimere opinioni che non siano in linea con quanto i media e i politici venduti impongono. Basta dire che siamo contro la guerra in Ucraina , per essere definiti filorussi: ma anche qui, se andiamo oltre, come possiamo definire chi vieta le elezioni politiche in un paese? Mi pare che nessuno, quando una cosa analoga l'ha fatta il nostro PDR , con la scusa del covid, abbia alzato un dito e men che meno la voce, per far presente che nello stesso periodo in cui in Italia ci veniva impedito di andare alle urne, in tanti altri paesi le elezioni venivano tenute lo stesso. Quindi il nostro amico ucraino , doveva essere invitato, magari dai fautori e sostenitori della democrazia, a guardare proprio alla Russia, dove si sono tenute elezioni pur essendoci, di fatto una guerra, quella che i paesi cosiddetti democratici , dell'occidente, hanno deciso di combattere per interposta nazione. Ma appunto , cose simili non si possono dire. E ancor peggio se si critica Bibì e il governo israeliano, che poi sarebbe quello che non rispetta le risoluzioni Onu, quello che incarcera non solo i palestinesi ma anche i propri connazionali che protestano contro una guerra di occupazione: se poi si fa notare che vengono uccisi anche giornalisti , a memoria mia quasi tutti stranieri, apriti cielo. E se cercassimo informazioni in tal senso da parte dei soliti giornalisti italiani, siamo certi che al massimo direbbero che quei poveri giornalisti si trovavano nel posto sbagliato, e che magari erano stati pure invitati a lasciare quei luoghi : oltre il danno ,la beffa. Direte voi: e allora? Allora occorre ricordare , magari attraverso l'invio di una pioggia di mail e messaggi vari da far pervenire ai media e ai nostri politici: e questo per quanto riguarda questioni , soprattutto , nazionali. Ma per altre questioni, tipo autovelox, verde pubblico, il cosiddetto green, telecamere spia e roba simile, come suggerivano alcuni, la nostra azione va rivolta alle autorità comunali, magari con l'ausilio di legali e persone esperte in materia. Pensare di ricorrere sempre e comunque ad azioni legali, che con il nostro sistema (ma anche con quello in vigore in altri paesi) rischia di vedere una sentenza col binocolo o inutile seppure a nostro favore (vedi i vari dpcm che , come gli assegni di una volta, scadevano nei termini): perciò bisogna usare un altro approccio. L'invito, anche se so che cadrà nel vuoto, è di pensare qualcosa, condividerlo, suggerire escamotage e azioni , e tutto da intraprendere nel mondo reale: volantinaggio, se e dove possibile, dialogo e confronto, laddove possibile, ritengo che siano cose semplici e utili, più di un post con tantissime visualizzazioni. Ovviamente ci vuole manico , ci vuole capacità organizzativa e, visto che sono in vena di buone parole , il tutto senza primedonne . L'esperienza elettorale post covid dovrebbe aver insegnato qualcosa . Forse un post inutile, ma tanto vale ricordare ai soliti soloni che oltre a elencare malefatte è bene suggerire idee su come fronteggiarle, e invitare i propri lettori o leccapiedi (quelli del "giusto", "bravo" "brava" "sei grande") a fare altrettanto. Ma se non si da ilbuon esempio ...

sabato 7 settembre 2024

Un altro dei casi simile a quello di Assange : l'arresto e detenzione dell'avvocato Reiner Fuellmich

 di Seba Terribilini – Il noto avvocato Reiner Fuellmich è detenuto in condizioni terribili, per motivi che non hanno nulla a che vedere con le accuse che gli vengono mosse.

Ha avuto il coraggio di esporre la verità e ora sta pagando per questo!
È, senza alcun dubbio, un prigioniero politico!
Dobbiamo diffondere la notizia di questo scandalo per fare pressione sugli orchestratori di questi eventi in Germania.

Riassumo brevemente chi è l’avvocato Reiner Fuellmich e farò poi un quadro generale della situazione.
Spiegherò a cosa stava lavorando negli ultimi 3 anni e mezzo, fino al momento del suo arresto ILLEGALE.

Reiner Fuellmich, 66 anni, da circa 30 anni avvocato processuale in Germania e in California, ha sempre difeso i consumatori e le piccole-medie imprese dalle grandi Corporations.
Ha vinto importantissime cause contro Volkswagen (questione diesel), Kühne und Nagel e Deutsche Bank, per la quale lo stesso Fuellmich ha lavorato, e che definisce una delle più grandi organizzazioni criminali!!!!

Nel marzo 2020, durante il lockdown generale, Fuellmich e sua moglie si trovavano nel loro ranch in California, ma poiché la situazione appariva loro piuttosto strana, decisero di tornare in Germania per scoprire cosa stesse realmente accadendo.
Ben presto Fuellmich riconobbe i crimini contro l’umanità legati al C-19 e, il 10 luglio 2020 decise, insieme ad altri tre avvocati (Viviane Fischer, Antonia Fischer e Justus Hoffmann) di costituire il COMITATO INVESTIGATIVO CORONA (CORONA AUSSCHUSS), con lo scopo di far luce sull’operato da parte di governi, istituzioni, medici, ecc…. nell’ambito della pandemia C-19.

Le principali domande alle quali Fuellmich e il suo team cercano di dare una risposta sono:

– quanto è pericoloso questo virus?
– quanto è affidabile il test PCR “rivisitato” da Drosden?
– quali sono i danni che vengono arrecati all’economia?

Da quel momento Fuellmich inizia tutta una serie di audizioni (ca. 400) con esperti (oltre 150) di ogni campo della medicina come:

• il premio Nobel Luc Montagnier,
• il famosissimo cardiologo ed epidemiologo americano Dr. Peter McCullough
• Dr. Mike Yeadon (ex vice presidente di Pfizer)
• Dr.ssa Judy Mikovits (scienziata)
• Dr. Robert Malone (biochimico americano pioniere della tecnologia mRNA)
• il patologo legale Dr. Roger Hodkinson
• il patologo legale tedesco Dr. Arne Burkhardt (che insieme ad un gruppo di patologi ha effettuato autopsie su 20 persone per verificare un nesso tra decesso e “vaccino”
• Dr.ssa Astrid Stückelberger (scienziata e ricercatrice)
• Dr.ssa Simone Gold (fondatrice della “America’s Frontline Doctors”)
• Dr.ssa Antonietta Gatti (scienziata)
• Dr. Mattias Desmet (psicologo)
e molti altri ancora.

Fuellmich non si è limitato a sentire solo gli esperti del campo medico, ma anche esperti di finanza, storici, giornalisti investigativi e scrittori come:

• Ernst Wolff (scrittore, giornalista e esperto di finanza)
• James Corbett (scrittore e giornalista investigativo)
• Matthew Ehret (scrittore e giornalista)
• David Icke (scrittore e giornalista)
• Naomi Wolf (giornalista, scrittrice e consulente politico statunitense)

Fuellmich ha potuto inoltre intervistare altri personaggi piuttosto influenti, quali:

• Vera Sharav (sopravvissuta all’Olocausto e attivista per i diritti umani)
• Catherine Austin Fitts (Ex Assistente segretario per l’edilizia e lo sviluppo abitativi americana)
• Calin Georgesco (ex membro di alto rango delle nazioni unite)
• Monsignor Carlo Maria Vigano‘
• Pascal Najadi (banchiere svizzero e produttore cinematografico che ha denunciato il presidente della confederazione helvetica Alain Berset)
e molti molti altri ancora….

Le audizioni hanno portato a queste conclusioni:

NON si è mai trattato di salute pubblica, in quanto non vi è stata alcuna pandemia, semmai si può parlare di una “pandemia da test PCR”. Proprio grazie a questi test farlocchi, che hanno generato più del 95% di falsi positivi, è stato possibile gonfiare i numeri.

Secondo Fuellmich questo è un punto fondamentale su cui basare eventuali accuse.

Inoltre, tutti i governi hanno agito e stanno agendo contro gli interessi dei cittadini e si trovano evidentemente sotto il controllo delle grandi Corporations e NGO che da quel momento Fuellmich chiamerà “Mister Global”.

Mister Global ha commesso, e sta commettendo senza ombra di dubbio, il più grave crimine contro l’umanità!!

Nell‘estate 2022 Fuellmich si trattiene alcune settimane negli Stati Uniti dove inizia il tour „Crimes against humanity“ insieme alla dottoressa Judy Mikovits, al dottor Richard Fleming e a Patrick Wood.

La sua assenza da Berlino (dove avevano luogo le lunghissime interviste in zoom con i vari esperti) porta a qualche dissapore tra i membri del Corona Ausschuss e nell’autunno 2022, Viviane Fischer, che insieme a Fuellmich era il membro più attivo, lo estromette da uno zoom, dicendogli che non ci sarebbe stata nessuna intervista.
Tuttavia la trasmissione ebbe luogo comunque e Viviane Fischer comunicò al pubblico che, a causa di incomprensioni con Reiner Fuellmich, il CA sarebbe continuato senza di lui fino a quando queste non sarebbero state chiarite.

Da quel momento Viviane Fischer continua con le audizioni del CA, insieme agli altri due avvocati, Justus Hoffmann e Antonia Fischer.

Reiner Fuellmich dal canto suo parte in solitaria con un nuovo progetto:
ICIC (International Crimes Investigative Committee)

I RETROSCENA

L’imminente minaccia di un congelamento dei conti bancari del Corona Ausschuss e il timore di non più poter usufruire dei fondi (frutto di donazioni) per continuare l’importantissimo lavoro, aveva portato Reiner Fuellmich e Viviane Fischer a trovare il modo di mettere al sicuro le ingenti donazioni ricevute, decidendo di acquistare oro per un milione di Euro.

Decidono inoltre di fare un prestito personale di 500’000 + 200’000 Euro (RF) e 100‘000 Euro (VF).

TUTTO AMPIAMENTE DOCUMENTATO CON TANTO DI CONTRATTO FIRMATO!

Viviane Fischer restituisce il prestito in rate tra agosto e ottobre 2022, mentre Reiner Fuellmich, che in quello stesso periodo stava concludendo le trattative per la vendita della sua casa a Göttingen (che avrebbe generato circa 1‘350‘000.- Euro), avrebbe restituito il prestito non appena ultimata la vendita dell’immobile.

REINER FUELLMICH AVEVA MESSO IN CHIARO DA SUBITO CHE LA RESTITUZIONE DEL PRESTITO SAREBBE AVVENUTA IMMEDIATAMENTE DOPO LA CONCLUSIONE DELLA VENDITA DEL SUO IMMOBILE e in ogni caso è sempre stato in grado di restituire questi soldi, in ogni momento, qualora fosse stato necessario.

TEMPO PRIMA però, visto che a Fuellmich non veniva più aperto nessun conto bancario, egli aveva incaricato l‘avvocato Marcel Templin (avvocato socio di Justus Hoffmann e Antonia Fischer) di agire per suo conto, incaricandolo anche, tra l’altro, di occuparsi di una Class Action alla quale Fuellmich stava lavorando.

La casa di Reiner Fuellmich viene venduta e i soldi della vendita finiscono stranamente sul conto di Marcel Templin, IMPEDENDO COSÌ A REINER FUELLMICH DI RESTITUIRE I 700’000.- EURO del prestito ed ecco che lo stesso Marcel Templin, Justus Hoffmann e Antonia Fischer accusano Reiner Fuellmich di non voler restituire il denaro al Corona Ausschuss!

I DETTAGLI DELLA SUA “ESTRADIZIONE AGEVOLATA” DAL MESSICO

Reiner Fuellmich e la moglie si trovavano in Messico già da qualche mese.
Infatti, dopo essersi recato in Inghilterra per intervistare un ex agente segreto britannico, Fuellmich si vide negare l’ingresso negli Stati Uniti e decise così di trattenersi in Messico.

Dopo aver perso i passaporti, Reiner Fuellmich e la moglie, vengono chiamati dall’ambasciata tedesca che li invita a recarsi a Tijuana per ritirare i nuovi documenti.
Siccome però l’ambasciata era chiusa per lavori, si chiede a Fuellmich e consorte di recarsi in aeroporto.
Giunti in aeroporto, Reiner Fuellmich viene prelevato illegalmente e imbarcato su un volo (pagato dal governo tedesco) verso la Germania, a Francoforte, dove viene arrestato.
Sua moglie è costretta a passare la notte in carcere a Tijuana ma viene poi rilasciata l’indomani.

Nota personale:
se il motivo dell’ estradizione di Fuellmich fosse stato veramente un problema legato al visto, come mai la moglie di Fuellmich (nella stessa situazione del marito) ha potuto rimanere, ed è tuttora, in Messico????

NON essendoci un mandato di cattura internazionale, il suo, è stato un vero e proprio rapimento!
Tuttavia su Reiner Fuellmich pendeva un mandato d’arresto europeo di cui lui non era a conoscenza.

Una settimana dopo l’arresto a Francoforte Reiner Fuellmich è stato trasportato nel carcere di massima sicurezza di Rosdorf, dove si trova tuttora in custodia cautelare.
Tutte le mozioni per ottenere la sua scarcerazione sono state respinte con la motivazione di pericolo di fuga.

Vi sono già state diverse udienze e giorno dopo giorno sono usciti fatti chiarissimi e allo stesso modo sconcertanti su cosa sta accadendo!

Dei 18 capi d’accusa iniziali ne è rimasto solo uno, legato ai prestiti personali che il giudice NON CONSIDERA TALI, malgrado la presenza di regolari contratti!

Il 3 maggio, il giudice Schindler, comunica che per lui i fatti sono chiari e che Reiner Fuellmich si è appropriato illecitamente di quel denaro!

Sembra ormai evidente a tutti che Reiner Fuellmich debba essere condannato ad ogni costo.
Da notare che i fatti si basano quasi esclusivamente sulla testimonianza poco attendibile di Viviane Fischer.
Per il giudice Schindler non serve più ascoltare ulteriori testimoni!

È importante aggiungere che fino a quel momento erano stati sentiti quasi esclusivamente i testimoni portati dall’ accusa, ma il testimone chiave, ovvero l’avvocato Marcel Templin (uno degli accusatori di Fuellmich!), sul cui conto sono finiti i soldi della vendita della casa di proprietà dell’avvocato Fuellmich, NON È STATO SENTITO in quanto il tribunale non lo ammette come testimone.

La difesa, composta dall’avvocato Katja Wörmer e dall’avvocato Dr. Christof Miseré, spiazzata dalla decisione del giudice ha chiesto così una sospensione del procedimento per portare ulteriori prove e per far riammettere i propri testimoni.

Nel frattempo, il Dr. Christof Miseré, è venuto in possesso (grazie ad un suo contatto) di un dossier redatto dai servizi segreti tedeschi in cui si dice chiaramente che bisogna fermare Fuellmich ad ogni costo, anche INFILTRANDO PERSONE LEGATE AL SISTEMA TRA I SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI!

Si auspica inoltre una condanna, in modo da impedire a Fuellmich di assumere qualsiasi carica politica in futuro!

Da questo dossier si evince che Reiner Fuellmich era „osservato speciale“ già dal 2021!
Ovviamente sia l’accusa che il giudice non credono alla validità di questo documento.

Va inoltre menzionato che ci sono tutta una serie di prove (posta elettronica) di un “lavoro sporco” fatto alle spalle di Fuellmich da parte del giovane PM John insieme agli accusatori.

Il PM John, tra l’altro, era stato trasferito da Hannover a Göttingen da poco, dopo che la allora PM di Göttingen, alla quale era stato chiesto di indagare su Fuellmich, AVEVA CHIARAMENTE AFFERMATO CHE NON VI ERANO GLI ESTREMI PER AVVIARE UN INDAGINE SULL’OPERATO DELL’AVVOCATO FUELLMICH.

FATTI SCANDALOSI AVVENUTI NEL CARCERE DI ROSDORF DAL 3 AL 5 MAGGIO

Il 5 maggio, giorno del compleanno dell’avvocato Fuellmich, è stata organizzata una festa (autorizzata!) in suo onore, proprio davanti all’ingresso del carcere.
Ci era stato detto che avrebbe avuto la sua ora di libertà nel cortile del penitenziario, tra le 13.30 e le 14.30, così durante quel lasso di tempo noi abbiamo suonato e cantato in modo da fargli sentire il nostro supporto.

Il giorno seguente, l’avvocato Katja Wörmer comunica tramite videomessaggio che subito dopo l’udienza di venerdì 3 maggio, Fuellmich è stato messo in isolamento a causa di una segnalazione anonima che diceva che registrava messaggi vocali da mandare all’esterno del carcere.
La sua cella è stata perquisita da cima a fondo, impiegando addirittura i cani poliziotto, alla ricerca di un telefonino o di un registratore!

Da notare che Fuellmich aveva l’autorizzazione firmata dal giudice, per la registrazione di messaggi, già dal mese di novembre 2023!

DURANTE QUESTI TRE GIORNI, NON SOLO, GLI È STATO IMPEDITO DI TELEFONARE AI SUOI AVVOCATI O A SUA MOGLIE ma lo hanno addirittura trasferito in un’altra ala del penitenziario, in modo da impedirgli di “interagire” con le persone presenti alla manifestazione organizzata in suo onore.

Persino gli altri detenuti sono stati minacciati di subire sanzioni se avessero interagito con le persone all’esterno!
Gli stessi compagni di detenzione, non avendo più notizie di Reiner Fuellmich, hanno minacciato uno sciopero della fame e il lunedì, finalmente, Fuellmich è stato riportato nella sua cella.

Nota personale:
se all’inizio del procedimento vi fosse ancora la speranza che questo venisse condotto in modo pulito e corretto, beh questa speranza è svanita definitivamente il 3 maggio!

EVENTI RILEVANTI

🛑 Dal 10 giugno, per il tragitto dal penitenziario al tribunale, Reiner Fuellmich viene scortato da agenti di sicurezza armati e da veicoli di grandi dimensioni.

Oltre alle manette attaccate ad una cintura, gli vengono messe anche le cavigliere e gli si chiede inoltre di indossare un giubbotto antiproiettile, che lui rifiuta ogni volta.

A questo punto la difesa presenta una mozione di ricusazione contro il giudice Schindler, chiedendo sostanzialmente che venga sostituito vista la sua ormai evidente parzialità!

La richiesta viene respinta!

🛑 L’11 giugno l’avvocato Fuellmich viene nuovamente spostato di cella e messo in isolamento.

Non gli è più permesso avere alcun contatto con i compagni di detenzione perché non è visto di buon occhio il fatto che lui si sia messo a disposizione degli altri detenuti dando loro consigli legali.

La sua ora di libertà la deve fare in completa solitudine, deve mangiare da solo, non può usufruire della palestra e può utilizzare il telefono solo quando gli altri detenuti sono chiusi nelle loro celle.

🛑 Il 20 giugno si sospetta che il giudice Schindler e il collegio giudicante avessero intenzione di concludere il processo contro Reiner Fuellmich, ma il loro tentativo non è riuscito in quanto nessun membro della difesa era presente!!

🛑 Il 10 luglio il giudice Schindler, visto il fallito tentativo di chiudere il processo tre settimane prima, assegna a Reiner Fuellmich un ulteriore avvocato d’ufficio, Tobias Pohl.

L’avvocato Katja Wörmer, presenta una nuova istanza di revisione della detenzione e chiede l’immediata interruzione del procedimento e il rilascio dell’imputato.

🛑 Il 19 luglio il giudice decide di passare alla “forma scritta” del procedimento violando così il principio di processo pubblico quale dovrebbe essere un processo penale. La difesa definisce questa decisione ingiusta ed illegale e presenta pertanto una nuova mozione di ricusazione contro l’intero collegio giudicante.

Sono inoltre state respinte le richieste di interrogare i testimoni già citati nell’atto di accusa e originariamente elencati nella citazione a giudizio, di interrogare il pubblico ministero e di interrogare ulteriori testimoni.

La corte ha motivato tale decisione spiegando che qualsiasi ulteriore deposizione da parte di testimoni fosse irrilevante per il chiarimento dei fatti o della sentenza.

Nota personale:

SENTENZA GIÀ SCRITTA ???

🛑 Il 31 luglio Reiner Fuellmich presenta un nuova mozione di ricusazione contro il giudice e l‘intero collegio giudicante visto il persistere di un procedimento “scritto”.
Dopo quasi tre mesi, vengono finalmente ammessi due testimoni della difesa.

🛑 Il 6 agosto viene fatta nuovamente richiesta per portare Viviane Fischer sul banco dei testimoni, ma la richiesta viene respinta.

La difesa chiede che le decisioni in merito alle mozioni di prova presentate, siano comunicate nel corso dell’udienza principale e non al momento della sentenza, come deciso dal tribunale, in quanto procedura ingiusta ed illegale.

L’avvocato Fuellmich presenta nuovamente una mozione di ricusazione nei confronti di tutto il collegio giudicante sull’obbligo della forma “scritta” del procedimento.

🛑 il 23 agosto Il testimone Prof. Dr. Martin Schwab (avvocato consulente del Corona Ausschuss) conferma che i prestiti personali erano regolari contratti di prestito e che Reiner Fuellmich aveva comunicato che avrebbe investito questo denaro nel suo immobile per metterli al sicuro e, inoltre, che ha sempre avuto intenzione di restituire questi soldi al Corona Ausschuss, non appena venduta la casa.

“IN BASE A QUESTA TESTIMONIANZA L’AVVOCATO REINER FUELLMICH DOVREBBE ESSERE RILASCIATO IMMEDIATAMENTE”

Così il difensore Dr. Christof Miseré.

🛑 il 28 agosto, al team della difesa, si aggiunge un nuovo difensore: l’avvocato Edgar Siemund, esperto in diritto societario.

Come un fulmine a ciel sereno però, e con l’assunzione di prove NON ancora terminata, il giudice chiede alla pubblica accusa di pronunciare il plaidoyer.

Per Fuellmich vengono chiesti 3 anni e 9 mesi di carcere!

🛑 il 30 agosto vengono ammessi altri due testimoni della difesa.

Dalla prima testimonianza (di un avvocato al quale Viviane Fischer si è affidata), è stato confermato che:

Viviane Fischer e Reiner Fuellmich volevano effettivamente mettere al sicuro il denaro tramite dei prestiti personali e investendo in oro;
Viviane Fischer sapeva che il gruppo di Berlino (gli accusatori) voleva denunciare sia lei che Fuellmich, ed ha così ripagato la prima parte del prestito tre settimane prima dell’imminente denuncia.
Viviane Fischer sapeva che i soldi di Fuellmich sarebbero stati investiti nel suo immobile.
Viviane Fischer non ha mai avuto dubbi che Fuellmich ripagasse i 700’000 Euro al Corona Ausschuss.

La seconda testimone, un’avvocato che lavorava presso lo studio legale di Fuellmich, ha confermato:

che Reiner Fuellmich era già intenzionato a vendere il suo immobile di Göttingen e che il denaro generato sarebbe servito anche a ripagare il prestito;
che Fuellmich avrebbe mantenuto il suo studio legale anche dopo la vendita dell’immobile.

Nota personale:

le insinuazioni che volesse vendere tutto per scappare in Messico con il denaro sono più che ridicole!

🛑 il 2 settembre Reiner Fuellmich ha ricevuto la triste notizia che sua madre è morta proprio quella mattina.

Reiner era stato informato che era solo questione di tempo prima che morisse.
Per questo motivo, aveva chiesto al carcere di essere accompagnato dalla madre a Brema per poterle dire addio.

Il carcere glielo avrebbe concesso a condizione che fosse sotto la sorveglianza di agenti armati, che fosse in manette e che avesse le cavigliere.
Ovviamente Reiner non ha accettato queste condizioni per non infliggere un ulteriore trauma alla madre morente nei suoi ultimi giorni di vita.

Quanto deve essere grande il dolore di una madre sapere che il figlio innocente si trova in prigione in queste condizioni.

E quanto grande deve essere il dolore di un figlio quando persone senz’anima gli impediscono di incontrarla per l’ultima volta.

Conclusione:

il rapimento dell’avvocato Fuellmich in Messico è stato mascherato da una finta deportazione;
si trova in isolamento dall’11 di giugno;
tutte le mozioni di prova presentate dalla difesa, salvo rare eccezioni, vengono respinte e le motivazioni verranno comunicate al momento della sentenza;
è stata adottata la “forma scritta” del procedimento, violando il principio di processo pubblico e il diritto dell’imputato di essere ascoltato; tutte le mozioni di ricusazione contro il giudice e l’intero collegio giudicante sono state respinte.
L’AVVOCATO REINER FUELLMICH SI TROVA IN CUSTODIA CAUTELARE DA QUASI 11 MESI. La durata massima prevista per la custodia cautelare in Germania è di 6 mesi!

Nota personale:
stiamo assistendo ad una vera e propria inquisizione.

Seba Terribilini

fonte https://www.imolaoggi.it/2024/09/06/avvocato-dr-reiner-fuellmich-prigioniero-politico/