martedì 18 aprile 2017

Siamo arrivati al limite?

Non credo , almeno se parliamo dell'Italia come pure se riparlassimo della Grecia, nazione su cui tanti di noi, per quanto ne so, puntavano: speravamo, ed è inutile nascondercelo, che i greci facessero il lavoro sporco per noi italiani e per tutti gli europei che si sono sentiti traditi dall'euro.
E voglio ricordare in quell'estate in cui iniziavano le rivolte, di come i vari Zucconi a radio Capital ne prendessero le distanze , in senso negativo verso i greci, ovviamente.
Oggi possiamo ,prendendo esempio da quanto avviene al di fuori dei nostri confini, fare qualcosa per cambiare la nostra realtà. 
Come? Partiamo dalla vicina Turchia, quella che ha il sultano Erdogan.
Ci si lamenta, prendendo per buona la nota dell'Osce, che la votazione per il referendum non è stata pulita, ci sarebbero stati brogli in stile, forse, come quelli per il nostro per scegliere tra monarchia e repubblica, con il medesimo risultato, e cioè quelli sono i dati ufficiali, e la partita è chiusa.
Ma siccome i tempi sono cambiati, ecco che il turco, afferma che non se ne deve né può più parlare e discutere: ed è qui che volevo arrivare.
Quanti di noi sanno di che cosa si può o non si può discutere in Italia? 
Allora mettiamola così: secondo voi , ci sono o no argomenti, temi, di cui è di fatto proibito parlare? E per proibito intendo sia il fatto che non ne sentiate discutere in tv, sia che si senta qualcuno che nei media cerca di argomentare e di portare l'attenzione su un dato problema, sia che la legge lo vieti proprio penalmente.

Non essendo ancora arrivati al potere che ha Erdogan, chi da noi dirige la baracca perché ne è proprietario o comproprietario , cerca attraverso leggi ammazzablog di fermare l'informazione, prendendo notizie dal web e facendole passare per fake news , parlando anche in tv e nei media di temi, in apparenza caldi, ma stemperandone i toni oppure pilotando proprio il dibattito: basta che venga screditato chi è contro il governo, e il gioco è fatto.
Il punto è che attraverso azioni del governo, e non solo di quest'ultimo, ma possiamo partire dai tempi di Silvio Berlusconi, molti ignorano che è proibito effettuare manifestazioni spontanee di protesta , perché queste devono essere autorizzate: e così se queste avvengono in Russia, Putin è un dittatore perché fa arrestare i manifestanti e i promotori delle manifestazioni (come accadde per le Pussy Riot: ve le ricordate? Pensate se avessero fatto ciò che hanno fatto in Russia che so, in Arabia Saudita o in Pakistan), se invece succede, come è successo da noi in Sardegna, il manifestante, un artigiano del Sulcis, è chiamato a risponderne penalmente in giudizio (e a proprie spese perché è stato lasciato solo: vedi che cosa ho scritto,in alto, sui greci e gli europei).
Quanto al limite, lo stato e chi per lui, conta di una forza bestiale che si basa su persone che è vero che non si rendono conto di come stanno andando le cose, ma che ha tutto o molto da perdere in un eventuale ridimensionamento e aggiustamento delle cose: un prefetto che non è più tale, se le prefetture venissero abolite, come alcuni partiti chiedevano, che fine fa il prefetto? E non parlo dello stipendio, che immagino sia lauto, ma del potere reale che perde e che non può più esercitare. E' un po' come se a qualcuno togliessero le stellette, il che sarebbe un bene, e non dico per gli stabilimenti balneari da restituire o da far fruire a tutti, ma per il modo stesso di agire e intendere la vita...di tutti i giorni nei rapporti con il prossimo.
Si potrebbe parlare dei giudici e dei magistrati, così come di chi non fa i collaudi o si prende mesi o anni per stilare un progetto di un'opera pubblica.
Ecco che tutti costoro e tanti altri, a mio parere e potrei pure sbagliarmi, hanno molto da perdere se le cose dovessero davvero cambiare o fosse permesso di vederci, prima chiaro e poi avere i mezzi, legali, per cambiare.
E i mezzi legali non sono solo leggi e disposizioni, ma il vederle applicate e con giustizia.
Purtroppo dobbiamo solo e sempre sentire di essere solidali con i migranti e mai e poi mai che si invitino le persone a essere solidali con i lavoratori di imprese, che pur essendo sane, vengono chiuse o fatte chiudere o delocalizzano: no no! Esistono solo i migranti e non i familiari di imprenditori suicidi, né si sprecano parole per i mostri che sono Equitalia e Agenzia delle Entrate o la giustizia stessa.
Non dà audience spiegare che se devi tot allo stato e soldi non ne hai perché, oltretutto ,non stai lavorando, non puoi pagare neanche in rate da 100 euro al mese! Non farebbe bene allo stato, cosa che invece un esercito di volontari fa bene e gli toglie un bel po' di castagne dal fuoco.
In tutto questo caos, che è voluto, permettere a una persona di essere e restare indipendente, è un male per chi dirige l'orchestra o ne è primo violino: perché significherebbe che anche altri possono sfuggire alle grinfie di un Equitalia o dalla firma di un qualsiasi collaudatore di lavori pubblici o firmaiolo .
Volgarmente, dalle mie parti, si direbbe che "ti farebbe incazzare il fatto che nessuno ti debba più cagare". 
E' più chiaro così?     

Nessun commento:

Posta un commento