Può costare carissimo scegliere la privacy, eliminando il proprio nome dal citofono o dalla cassetta postale
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 24745/2025) ha stabilito che chi non rende riconoscibile la propria abitazione diventa, di fatto, “irreperibile” per l’amministrazione finanziaria. Con una conseguenza devastante: notifiche fiscali valide anche senza consegna diretta e la porta spalancata a ipoteche e pignoramenti.
Il caso che ha fatto scuola
La decisione nasce dal ricorso di una contribuente che si era vista iscrivere un’ipoteca per cartelle esattoriali mai ricevute. La donna sosteneva di non aver avuto alcuna comunicazione: aveva cambiato abitazione, ma lasciando la residenza anagrafica al vecchio indirizzo. Proprio lì, il messo notificatore si era recato due volte, senza trovare né il nome sul citofono né quello sulla cassetta postale. Risultato: la notifica è stata considerata valida, malgrado l’assenza della destinataria.
La mano dura degli ermellini
Per la Suprema Corte, non conta il certificato di residenza se gli accertamenti del notificatore dimostrano che il contribuente non è concretamente rintracciabile. Le risultanze anagrafiche, infatti, hanno solo un valore presuntivo e possono essere superate dai fatti. Una presa di posizione che rafforza il ruolo del pubblico ufficiale e riduce lo spazio di difesa per i cittadini.
Un monito per tutti
La sentenza rappresenta un campanello d’allarme: non basta essere registrati all’anagrafe, serve rendersi concretamente reperibili. Un dettaglio apparentemente banale come il nome sul citofono può fare la differenza tra ricevere una notifica fiscale e ritrovarsi con ipoteche o pignoramenti senza più possibilità di difesa. In pratica, un piccolo gesto di privacy può trasformarsi in una vera e propria trappola fiscale a orologeria.
https://notizie.tiscali.it
trovato su https://www.imolaoggi.it/2025/09/18/cassazione-ecco-che-cosa-rischia-chi-non-mette-il-nome-sul-citofono/
Che dire? Che siamo alle solite: si può e si deve essere vessati da uno stato che, volutamente, lascia indietro chi è in difficoltà, e che anzi lo affossa: del resto il business dei fallimenti (quando c'è polpa e grasso, ovviamente: andate a frugare anche voi, e poi traetene le conclusioni, andando indietro anche di 40 o 50 anni però), atti ingiuntivi o di precetto che a te o a me arrivano, chiassà perché e percome in giornata, o ufficiali giudiziari che ti dicono (a me lo hanno fatto) che mi possono recapitare consegnare un atto anche se mi trovano in strada o in spiaggia, o anche gente che diventa agente segreto (deviato) e che prende informazioni dai vicini e, di fatto , ti sputtana. Ma a loro importa fornirti, gratuitamente, una pec così da farti piovere atti, multe e ingiunzioni varie. Godono nel fare queste cose. Ho dei conoscenti tra gli strizzacervelli, e mi confermano che, effettivamente queste persone sono proprio così.
Giusto per la cronaca, ecco cosa avviene in Austria:
- Per rispettare la legge sulla privacy, le targhette sui citofoni devono riportare solo i numeri civici degli appartamenti.
- L'obiettivo è tutelare la privacy degli inquilini, impedendo che il loro nome sia visibile pubblicamente.
- È vietato apporre il proprio nome sul citofono.
- Non è consentito apporre una targa con il proprio nome sul citofono se non si ha alcun rapporto con le persone che abitano nell'appartamento.
- I condomini che non rispettano le indicazioni del garante della privacy possono essere sanzionati.
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