Anzitutto i più sinceri auguri di buon anno nuovo. Gli auguri di buon Natale non ho avuto modo di porgerveli , ma spero siano arrivati egualmente.
Il titolo del post verte su un tema che , troppe volte, viene evidenziato in senso negativo: ovvero sia, che ciò che facciamo non serva a niente, e se invece serve a qualcosa o è insignificante oppure al massimo può essere utile solo per noi.
Mi spiego meglio: se uno si dà da fare per risolvere la questione economica della propria zona, magari sensibilizzando eventuali operatori, facendo acquistare dai dipendenti la propria azienda da un'asta fallimentare o facendoli subentrare nella gestione...non è che risolva i problemi a livello nazionale o provinciale, ma al massimo può vedersi riconosciuto il sacrificio e l'impegno e senza troppi grazie.
Ciò non vuol dire che bisogna fregarsene, ma la domanda è: chi ce lo fa fare?
A noi chi ci pensa? Ecco che suggerire soluzioni diverse per i migranti, per il commercio al minuto, per destinare denaro nel settore della ricerca scientifica e nelle nuove tecnologie, eccetera eccetera ...a che cosa porta?
Quando si dice che nuovi posti di lavoro potevano essere creati, almeno per un anno, evitando di acquistare gli F35 e destinando quel denaro a persone under 30 che si occupassero di catalogare i beni artistici , che fossero impegnate nella messa in sicurezza del territorio, che monitorassero le zone a rischio (tutta la nazione, ahimè): il tutto per 1.000 euro al mese, netti in mano, senza ferie e senza altri bonus .
Questa proposta, fatta ai tempi di Mario Monti, a lui in persona, sottoscritta da suoi pari, cioè professori titolati e cazzuti delle università italiane e poi firmata da un numero elevato di cittadini italiani, ebbene è stata lettera morta.
Mi chiedo se qualcuno ha in testa qualche altra cosa da proporre, ben sapendo che quella stessa proposta e tutte le proposte in genere, sono suscettibili di migliorie e varianti, così da adattarle meglio alla realtà.
Ciò servirebbe per poter far ripartire la domanda interna e affinché questa sia indirizzata e indirizzabile non certo verso la GDO o gli ipermercati.
Non servirà ciò che ho scritto, ma come disse qualcuno è meglio di niente.
Ancora auguri.
venerdì 30 dicembre 2016
giovedì 22 dicembre 2016
C'è poco da dire
O da aggiungere.
Le risposte alle domande che ho inviato anche ai giornali, non sono state date: mi riferisco ,ad esempio, a quanti giorni o mesi o anni , i profughi o presunti tali, devono restare nei centri di accoglienze; o al fatto che la famosa accoglienza diffusa sia un bluff, dato che si sa che i giovanotti ben prestanti non vogliono stare separati ma in gruppi più o meno numerosi: ragion per cui se anche tu li sparpagli questi si riuniscono,nuovamente, e te li ritrovi nelle varie stazioni centrali o principali piazze.
Se poi si visitano le vie cittadine, ma non come le valigie, ma osservando, ecco che si ritrovano sì escrementi di cane, ma anche ricordini umani, che se si va dietro,ad esempio qui a Cagliari, piazza del Carmine, non solo si vedono ma si sente pure l'odore: anche in questi casi, nessuna risposta.
L'elenco è chiaro, come lo era quello in cui domandavo se si faceva o meno qualcosa per i falliti, le famiglie dei suicidati per cause economiche, eccetera
Niente di niente: ecco perché c'è poco da dire e da aggiungere.
Vuol dire che i problemi, sono altri: cioè l'accoglienza , le nozze gay, la legge elettorale.
Curioso che una italiana che vive all'estero, quella che ha scritto la lettera a Poletti o contro Poletti, abbia fatto riferimento a chi lavora nei centri commerciali: peccato che poi, non dico lei, ma tantissimi italiani continuino ad alimentarli con i loro acquisti.
Era l'occasione buona per ricordare che fare il commerciante,anche se come lei si è laureati, non è disdicevole: diventa un suicidio finché si invita la gente ad andare a fare acquisti lì.
Cominciamo a dire di no e,la prossima primavera estate, una bella maglietta con scritto "io non compro nei centri commerciali": maglietta non made in china, ovviamente.
Le risposte alle domande che ho inviato anche ai giornali, non sono state date: mi riferisco ,ad esempio, a quanti giorni o mesi o anni , i profughi o presunti tali, devono restare nei centri di accoglienze; o al fatto che la famosa accoglienza diffusa sia un bluff, dato che si sa che i giovanotti ben prestanti non vogliono stare separati ma in gruppi più o meno numerosi: ragion per cui se anche tu li sparpagli questi si riuniscono,nuovamente, e te li ritrovi nelle varie stazioni centrali o principali piazze.
Se poi si visitano le vie cittadine, ma non come le valigie, ma osservando, ecco che si ritrovano sì escrementi di cane, ma anche ricordini umani, che se si va dietro,ad esempio qui a Cagliari, piazza del Carmine, non solo si vedono ma si sente pure l'odore: anche in questi casi, nessuna risposta.
L'elenco è chiaro, come lo era quello in cui domandavo se si faceva o meno qualcosa per i falliti, le famiglie dei suicidati per cause economiche, eccetera
Niente di niente: ecco perché c'è poco da dire e da aggiungere.
Vuol dire che i problemi, sono altri: cioè l'accoglienza , le nozze gay, la legge elettorale.
Curioso che una italiana che vive all'estero, quella che ha scritto la lettera a Poletti o contro Poletti, abbia fatto riferimento a chi lavora nei centri commerciali: peccato che poi, non dico lei, ma tantissimi italiani continuino ad alimentarli con i loro acquisti.
Era l'occasione buona per ricordare che fare il commerciante,anche se come lei si è laureati, non è disdicevole: diventa un suicidio finché si invita la gente ad andare a fare acquisti lì.
Cominciamo a dire di no e,la prossima primavera estate, una bella maglietta con scritto "io non compro nei centri commerciali": maglietta non made in china, ovviamente.
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