La proposta di Matteo Salvini, l'abolizione degli studi di settore, in passato forse formulata anche da altri, è un'ottima idea ma che , se non è seguita e completata da una revisione di quanto pagare al fisco, è e rimane monca.
Idem con patate per quanto riguarda ciò che si dovrebbe pagare allo Stato o peggio che mai ad Equitalia: sempre secondo Matteo Salvini, ci sarebbero 500 miliardi di euro che, in gran parte, rischiano di vedersi col binocolo; ragion per cui si pensa di proporre ai contribuenti debitori di pagarne soltanto il 10 per cento. Meglio di un calcio nei coglioni si pensa, ma sopratutto meglio evitare l'iter del pignoramento e della vendita all'asta, che potrebbe solo allungare i tempi. L'idea di Matteo Salvini è quella di permettere alle imprese e alle famiglie di riprendersi.Ed è qui che lo aspettavo al varco: perché anche in questo caso le cose sembrano fatte a metà, dato che dimentica, sia lui che quelli che hanno avuto idee e proposte simili che : il debito X è composto da interessi, more ,spese varie e anche da una cifra già sbagliata e gonfiata in partenza e che doveva essere già inferiore in partenza; spesso chi non paga è perché i soldi non li ha e non li avrà, dato che o paga l'enel o l'affitto o i dipendenti o il dentista eccetera; non ha accesso al credito, perché o è protestato o fallito o non ha le garanzie che vengono sempre richieste dalle banche e che a volte, seppure in possesso, non vengono ritenute sufficienti.
Ergo: a volte le cose buone hanno bisogno di essere completate per essere efficaci.Per esempio un'azzeramento delle centrali rischi, una moratoria, qualcosa che consenta appunto di poter riavere accesso al credito. O anche una revisione o un abbassamento degli affitti, sia residenziali che commerciali. Ma forse , visto che è dal 2004 che lo sostengo, è fiato e tempo sprecato.
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