Conosciamo tutti il racconto dei pifferi della montagna, e sappiamo come andò a finire. Ebbene in questi giorni le notizie, o ciò che viene fatto passare per informazione , rievoca nella mia mente, malata, la storiella dei pifferai. Certo che volendo fermarsi a pensare, cosa che è sempre saggia da fare, di storie e racconti che si adattano al nostro paese ce ne sarebbero e, sono sicuro, ognuno troverà le più adatte. Per
questo motivo leggere che un'attività come la mia, in cui ho da poco investito tempo e denaro, potrebbe dover chiudere per sempre, mi fa specie, mi rattrista, mi demoralizza. Ho acquistato tovaglie, piatti, posate, calici, bevande,tavoli e sedie: ho studiato e preparato menù. Ora sentire che se non hai i guanti e la mascherina, non puoi lavorare, nel senso immagino che non ti è permesso di servire i clienti; che se non hai un adeguato ricambio di aria o ventilazione idem, non puoi tenere aperto; così come se non hai un aggeggio che contiene dei detergenti o altro che disinfetti le mani (ovviamente a disposizione dei clienti o di chi entra anche solo per chiedere se lì vicino c'è una farmacia o solo per sapere a che ora apre il negozio di fronte: però intanto entra da te e scorreggia nel tuo locale e usa il tuo detergente); devi poi sanificare la cucina e non so quante volte al giorno, idem per il banco dove poggio un vassoio di ravioli o una vaschetta con lasagne . Questo mettere i bastoni tra le ruote si chiama burocrazia o adempimenti inutili: non servono a un cazzo. Ciò che serve è il buon senso, e questo si insegna con regole intelligenti e utili, ma non certo con assurde imposizioni. Ho l'età per aver visto, anch'io, un innumerevoli cazzate: dal divieto dell'uso dei ciclostili, all'obbligo di segnalare la presenza e l'uso del fotocopiatore, oltre a quelle vissute nel mio precedente lavoro nel mondo del mobile per ufficio. La cosa che mi ha fatto più incazzare è stata la legge 626: all'epoca noi già vendevamo sia tavoli per i primi pc e sistemi di scrittura, sia sedie per chi restava seduto ore e ore, e tutto quanto era ed è valido. Che vuol dire? Che seppure non c'era (ma poi c'è stato) il bollino blu, la certificazione di un istituto accreditato, i miei tavoli avevano piano antigraffio e antiriflesso, avevano ridotta emissione di formaldeide, bordatura antiurto, piedini regolabili, dimensioni adeguate a schermi ingombranti, mentre le sedie da lavoro avevano tutte le regolazioni possibili di seduta e schienale; le migliori che proponevo avevano il "sostegno attivo del bacino" , basamento antigraffio e anti ribaltamento, ruote autofrenanti e gommate oppure no (a seconda del pavimento). C'era chi ,in quel periodo, per vendere di più pagava qualche prof per farsi certificare la sedia, la poltroncina: mi pare ci volessero, di allora, una decina di milioni di lire. Il mio metodo è il solito, cioè quello della prova: usi la sedia per una settimana e se sei convinto la compri, così ti scegli il rivestimento e il colore: altrimenti , amici come prima. Logico: sei convinto di quello che vendi, o non te ne sbatte niente, e quindi vendi anche roba scadente o inutile? E' nella logica che nella cucina non ci debbano essere formiche o scarafaggi o topi, come pure che in frigo non ci sia cibo guasto: raccomandare di effettuare disinfestazioni, e tenere il frigo e la cucina puliti, non dovrebbe nemmeno essere fatto, dovrebbe far parte delle cose più naturali che un ristoratore, ma anche una famiglia, dovrebbe fare. Non far entrare più persone di quelle che ci possono stare o che si possono servire, anche questo è nella logica della gestione di un'attività: chi non lo fa ne paga poi le spese, magari se fa andare via persone scontente e senza acquisti: persone che potevano essere avvisate per tempo. Invece da noi vige la regola delle bugie: di chi ti dice che tutto andrà bene. Tutto andrà bene un corno! Perché se mio padre non può uscire se non in certe ore, se una famiglia con un bambino piccolo non può entrare in un ristorante, se il mio cane non può farsi le sue corse, se non posso andare in spiaggia o per i boschi, non è tutto come prima. E se questi possono essere inviti al buon senso, è un conto: mio padre, se non se lo ricorda glielo ricordo io di "non uscire quando c'è la canicola", e gli raccomando io di bere acqua e che non sia ghiacciata; ad amici che hanno bambini piccoli da imboccare, li invito io a sedersi in un luogo più adatto e venire nel locale quando c'è più calma. Esistono le raccomandazioni, che andavano bene prima, quando forse conveniva a qualcuno: esempio il suggerire di andare in palestra, o di comprare e usare le scarpe adatte al vecchietto per camminare, fare le passeggiate e andare a piedi, o usare la bicicletta e fare sport. Ora la palestra la si deve fare da soli in casa ( e se in casa siamo in 5? aspetti il tuo turno), la bici verrà sostituita dalla ciclette (ancora? ma non erano finite in cantina o su ebay?) e le passeggiate si fanno in casa come nel ritornello di una canzone di Battiato (e gira tutto intorno alla stanza mentre si danza). Quindi come vedete e già sapete: il caffè fa male, anzi no; idem per il vino rosso, meglio non bere...però sì, si può; il fritto fa male, anzi no, almeno una volta la settimana perché riattiva le funzioni del fegato. Se volete tutto fa bene e tutto fa male. Ma quando si arriva a mandare in giro le ronde per verificare che le norme siano rispettate, per vedere se nel locale di tot mq ci sono più persone di quanto consentito, se il corridore ha o meno il foglio di autocertificazione, se tu stato arrivi a crearmi ansia e disagio, ebbene mi costringi a pensare a fuggire. Come sa chi mi conosce dal lontano, ormai, 2004, da quando ho iniziato con il primo blog, non conosco ahimè le lingue straniere, quindi potrei restare solo qui, in prigione: ormai ho 60 anni da alcuni giorni, quindi come ha detto Luca Goldoni o Massimo Fini ormai sono come il "latte scaduto", e non mi fila più nessuno, dato che 15 anni di esilio hanno esaurito la mia vena creativa (se mai c'è stata). Ho deciso comunque di vedere se c'è o meno qualche posto, sul pianeta, più libero di questo dove sono nato e vivo: se lo troverò, fatte tutte le valutazioni, e vedendo se mi potranno ospitare (lavorando ovviamente), prenderò l'essenziale e me ne andrò. Vi farò sapere. Colpe non ne attribuisco a nessuno. Ho provato a scrivere, a segnalare, a sensibilizzare, chi pensavo avesse carisma, numeri e coglioni quadrati, ma non mi hanno filato. Diciamo che hanno visto il dito e non la Luna. Il problema lo ripeto ,e davvero chiudo e non scriverò altro né lascerò commenti altrove (sarebbe ed è stato inutile), non era e non è quando riapriranno le attività commerciali, ma in che modo e perché mai ci dovrebbero essere delle nuove norme cui adeguarsi se, come ci è stato detto per settimane, il virus o chi per lui viene sconfitto, eliminato o neutralizzato. Vuol dire che qualcuno è stato ed è bugiardo, ma anche che chi poteva già allora ed oggi, rivolgere a tutta la nazione la mia semplice domanda, non l'ha fatto né lo vuole fare.
Nessun commento:
Posta un commento