Come spesso succede, se e quando qualcosa è , per noi, importante, gli altri con cui ne vorremo discutere e parlare, chissà perché non hanno tempo. Non è importante l'argomento in sé e per sé , il punto è che i nostri potenziali interlocutori, sono presi da tante altre cose. Queste cose variano, e spaziano dal sacrosanto lavoro alla nazionale di calcio o al campionato, mentre sono in calo gli altri "sport", soprattutto se F1 e Motogp le vogliamo inserire tra questi. Se volessimo imbastire una sorta di discussione su temi quali la libertà di opinione, il diritto a porre domande e a ricevere risposte, ecco che le persone , i soliti "gli altri", tendono a chiudersi a riccio e a sparire. Trovano interessante la noiosa F1, imparano a memoria i nomi dei piloti della Motogp, pur di non dover pensare, riflettere e rispondere. Eppure si tratta di argomenti anche semplici e facili, che possono essere almeno inizialmente discussi di fronte a un bicchiere di vino e dei taglieri : ho invece scoperto che per me sono argomenti facili e semplici, ma soltanto perché sono presuntuoso, saccente e un bel po' ignorante. Ignorante in materia di libertà di espressione ad esempio, nonché in psicologia. Gli "altri", hanno evidentemente altro cui pensare e a cui tengono. C'è una bella battuta, mi pare di provenienza americana, che è riportata in uno dei libri delle "formiche", e che sintetizzo così: c'è il solito, ahimè dico io, disoccupato che riflette sulla sua situazione e poi , però pensa a che cosa ci sarà per cena. Ecco che il succo è come si può immaginare: a loro, agli altri, a coloro che rifiutano di dialogare e che, in questo modo accettano che sia di fatto impedito di porre domande che so "sul covid e sul distanziamento o sull'obbligo delle mascherine, vuol dire che sta bene così. Bisogna farsene una ragione oppure sarebbe bene insistere?