giovedì 14 marzo 2019

Venerdì nelle scuole ci sarà uno sciopero per il clima.

Ci sono motivi anche più importanti per scioperare, come pure per non andare a scuola: se una persona, dotata di un briciolo di cervello e di interesse per ciò che la circonda, vuole, ha tanti motivi per cercare di coinvolgere altri esseri umani, affinché ci si fermi e insieme si discuta e si risolvano i problemi. Il punto è che ogni volta si sfila nelle strade, con o senza fiaccole, con o senza bandiere o striscioni, in silenzio o urlando a squarciagola, ma senza risultato. Se abbiamo memoria possiamo ricordare i vari occupy wall street oppure occupy equitalia,e solo per
non voler andare indietro agli anni 70 e cercare gli indiani metropolitani o ancora più indietro al 68 : volendo cercare qualcosa si trova, e intendo dire qualcosa di buono, rivendicazioni giuste. Certo per me e altri era importante avere il riscaldamento, i vetri nelle finestre, poter usare la scuola nel pomeriggio onde usufruire della biblioteca, mentre per altri sarà stato importante poter raggiungere la scuola in orario e con mezzi pubblici efficienti: ora tante di queste problematiche c'erano e ci sono ancora oggi, a cui aggiungerei le rivendicazioni del personale scolastico. Perciò il clima sarebbe una cosa in più: per me ,come per altri cittadini, il diritto allo spostamento nella mia città e nella nazione in cui sono nato e vivo, è una priorità: e non posso invece accettare uno stato che pensa a punire con multe invece di asfaltare le strade come Dio comanda, riparando le buche e sistemando i tombini come si deve. Ne vogliamo altri motivi di lamentele cui dovrebbe o potrebbe servire uno sciopero? Sempre che serva a qualcosa? Entrate in un ospedale e poi ne possiamo riparlare: parliamo con chi ci lavora, con chi è ricoverato, in una parola con chi ci ha avuto a che fare. Ci sono anche temi più leggeri, come le scritte sui muri, la sporcizia nelle strade, la raccolta dei rifiuti e il loro smaltimento: ogni tema ha dei motivi per essere in agenda ma non certo per sedersi e fare quattro chiacchiere mentre si aspetta l'ora di pranzo o di cena, magari guardando una partita di calcio. No e poi no! Se se ne deve e vuole parlare occorre che si parli con chi può fare e mettere in pratica le decisioni prese: sennò è inutile. Domani non volete andare a scuola? Non andateci. La cosa brutta è che quelli come me, e tanti altri , ci siamo già passati: abbiamo anche scioperato perché le fabbriche non chiudessero, abbiamo trascorso anche il sabato sera in compagni degli operai nelle fabbriche. Risultato? Chi degli operai ha potuto, si è riciclato e nel tempo è diventato sindacalista, giornalista, in una parola se ne è andato via. Altri hanno dovuto reinventarsi una vita, cercarsi un altro lavoro. Se poi parlassimo con gli studenti che hanno bivaccato con gli operai, oggi i più fortunati lavorano, sono medici, avvocati, giornalisti, politici, sindacalisti, e ci sono anche i falliti come me , che lavoravano e oggi non lavorano più. Però, c'è un però: le cose me le ricordo anche se non serve a niente ricordarle, anzi può essere un danno. E' giusto che altri, come quelli che domani sciopereranno, abbiano la loro occasione e possibilità, e se non basta una giornata di sciopero che se ne facciano anche altre, magari stile gilet gialli. Il fatto che quelli come me, della mia generazione, come direbbe Gaber, hanno perso, non vuol dire che debbano perdere anche quelli che sono appena arrivati. Avete la vostra occasione, sfruttatela.

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