mercoledì 22 maggio 2019

Austria. Il problema si complica di non poco. Voto di fiducia. (ricorda qualcosa ...)


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Con un tempismo degno di un cronometro svizzero, di quelli di una volta si intende, sono subito comparsi i nuovi sondaggi per l’Austria.

L’ÖVP salirebbe dal 34% al 38%, l’SPÖ salirebbe dal 25% al 26% ed il FPÖ scenderebbe dal23% al 18%.

Si assisterebbe quindi a delle variazioni dell’ordine di circa cinque punti percentuali, ma non tali da consentire ad Herr Kurz di ottenere la maggioranza di governo. Unica alternativa sarebbe una coalizione con la SPÖ, che però professa un credo politico virtualmente opposto a quello dell’ÖVP.

Ma per Herr Kurz i problemi sono solo all’inizio.

«Il governo austriaco di Sebastian Kurz è sull’orlo del collasso dopo l’uscita di tutti i ministri del partito sovranista Fpoe con il quale aveva finora governato …. Il suo governo si trova ora privo di vice cancelliere e dei ministri dell’Interno, gli Esteri, la Difesa, il Lavoro e le Infrastrutture»

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«Il cancelliere è pronto a sostituire i dimissionari con alcuni tecnici, ma il suo esecutivo rischia di non sopravvivere al voto di sfiducia che è stato chiesto dal partito di sinistra Jetz»

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«Dopo la rottura con il Fpoe, Kurz non sembra avere i numeri per superare una mozione di sfiducia»

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«Intanto l’opposizione socialdemocratica si è schierata per le dimissioni di Kurz, chiedendo che sia sostituito da un governo ad interim di esperti»

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I socialdemocratici del SPÖ non nutrono certo sentimenti benevoli nei confronti di Herr Kurz, reo di non essersi alleato con loro dopo le passate elezioni del 2017.

Ma questo sarebbe ancora il meno.

In tutte le cancellerie fervono gli intrighi per la nomina del futuro Presidente e dei Commissari della Commissione europea. Con l’attuale frammentazioni politica e senza guide egemoni, stiamo assistendo ad un minuetto di candidature, persino alla sussurrata advance fatta da Frau Merkel, che reclamerebbe o la presidenza della Commissione oppure il governatorato dell’Ecb.

La vita politica di Herr Kurz è quindi legata a cosa decida di fare in seno alla Unione.

Presentandosi con un governo tecnico, un voto di sfiducia sarebbe rivolto alla persona.

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Tutta questa faccenda fa riaffiorare alla memoria quel bel pezzo scritto da Giulio Cesare:

«si pacem populus Romanus cum Helvetiis faceret, in eam partem ituros atque ibi futuros Helvetios ubi eos Caesar constituisset atque esse voluisset; sin bello persequi perseveraret, reminisceretur et veteris incommodi populi Romani et pristinae virtutis Helvetiorum» [Cesare, De Bello Gallico, 1, 11]

Andando al sodo, come suo solito, Cesare constata che con gli elvezi o si tratta oppure li si stermina. Opterà per la seconda ipotesi e gli archeologi scavarono una piramide di oltre quattrocentomila teschi. Cesare non era tipo da mezze misure.

Ma anche il Machiavelli aveva ben ripreso il concetto, ricordando con parole accorate al principe come con le minoranze o si tratta oppure le si devono sopprimere. Neanche Machiavelli scherzava.

Di questi tempi abbiamo assistito a flottazioni elettorali che sembrerebbero essere migrazioni di popoli: basterebbe pensare al Brexit Party, che nel breve volgere di un mese dal nulla è diventato il primo partito del Regno Unito. Tutto lascerebbe pensare che Mr Farage alla fine dei conti tratterà per come è stato trattato.

Ci si ricordi della fine che fece Concino Concini: fosse stato più duttile sarebbe verosimilmente morto nel proprio letto.


Adnk. 2019-05-21. Governo Kurz al collasso

Il governo austriaco di Sebastian Kurz è sull’orlo del collasso dopo l’uscita di tutti i ministri del partito sovranista Fpoe con il quale aveva finora governato. Il cancelliere è pronto a sostituire i dimissionari con alcuni tecnici, ma il suo esecutivo rischia di non sopravvivere al voto di sfiducia che è stato chiesto dal partito di sinistra Jetz.

Kurz ha annunciato questa sera la destituzione del ministro dell’Interno Herbert Kickl per garantire una piena indagine sullo scandalo che ha travolto l’ex vice cancelliere Heinz Christian Strache, incastrato da un video in cui promette lucrosi contratti alla sedicente nipote di un oligarca russo. “Sono fermamente convinto  che quello che serve ora sia una completa trasparenza e un chiarificazione totale e indipendente”, ha detto Kurz parlando alla stampa. Il cancelliere ha spiegato di non volere Kickl nel suo governo perché era responsabile delle Finanze dell’Fpoe nel 2017, quando fu girato il video, la cui diffusione ha portato sabato alle dimissioni di Strache e alla successiva convocazione di elezioni anticipate, previste per settembre.

Subito dopo la conferenza stampa di Kurz, un portavoce dell’Fpoe ha annunciato le dimissioni di tutti gli altri ministri del partito populista di estrema destra. Anticipando la mossa, il cancelliere si era già detto pronto a sostituirli con dei tecnici per guidare un governo facente funzioni fino alle elezioni anticipate. Il suo governo si trova ora privo di vice cancelliere e dei ministri dell’Interno, gli Esteri, la Difesa, il Lavoro e le Infrastrutture.

Dopo la rottura con il Fpoe, Kurz non sembra avere i numeri per superare una mozione di sfiducia. “E’ una questione di buon senso che per noi sarà difficile dichiarare la nostra fiducia in chi ha appena detto di non aver fiducia in noi”, ha detto Kickl all’agenzia stampa austriaca Apa. Intanto l’opposizione socialdemocratica si è schierata per le dimissioni di Kurz, chiedendo che sia sostituito da un governo ad interim di esperti. Questa sarebbe “l’unica soluzione buona e sostenibile”, ha detto la leader del partito socialdemocratico Pamela Rendi-Wagner

Lo scandalo del video ha travolto il governo di coalizione fra il partito di popolare Oevp di Kurz e il Fpoe, insediatosi a fine 2017 con un programma anti immigrati e di riduzione delle tasse. Ma i rapporti fra i due partiti erano già molto tesi a causa di diversi episodi che hanno evidenziato legami dell’Fpoe con gruppi xenofobi e neonazisti. Dopo la pubblicazione del video venerdì sera, da parte di media tedeschi, Kurz ha imposto sabato le dimissioni di Strache, ottenendo poi dal presidente Alexander Van der Bellen la convocazione di elezioni anticipate.

La crisi politica, che ha profondamente colpito l’opinione pubblica austriaca, arriva a pochi giorni dalle elezioni europee. Secondo un sondaggio diffuso oggi, l’Oevp di Kurz è salito di 4 punti rispetto ad aprile, attestandosi al 38%, mentre l’Fpoe è sceso di 5 punti fino al 18%. I socialdemocratici all’opposizione sono saliti di 2 punti al 26%. Intanto rimane il mistero su chi abbia organizzato la trappola dell’incontro a Ibiza nel luglio 2017, tre mesi prima delle elezioni politiche, e sul perché il video girato di nascosto sia stato diffuso soltanto adesso.

Giuseppe Sandro Mela

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