venerdì 17 maggio 2019

Germania. Colza -38%. Meno etica e più acquedotti. – Destatis

Destatis ha rilasciato il seguente Report:

Area for rape production down 28% in 2019

The area used for cultivating winter rape has decreased by 28% in 2019 on a year earlier. Based on first estimates, the Federal Statistical Office (Destatis) reports that farmers in Germany are growing winter rape to be harvested in 2019 on 886,700 hectares. This is a decline of 336,800 hectares. The cultivation of winter rape has decreased in all Länder. Signs of this decline could already be observed when the autumn seeding areas were recorded at the end of 2018. It is due to the long drought period in 2018, which influenced also the sowing date of winter rape.

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La superficie coltivata a colza invernale è diminuita del 28% nel 2019.

La superficie utilizzata per la coltivazione della colza invernale è diminuita del 28% nel 2019 rispetto all’anno precedente. In base alle prime stime, l’Ufficio federale di statistica (Destatis) riferisce che in Germania gli agricoltori che coltivano colza invernale potranno raccogliere nel 2019 su 886.700 ettari. Si tratta di un calo di 336.800 ettari. La coltivazione della colza invernale è diminuita in tutti i Länder. Prodromi di questo calo si sono già osservati quando, alla fine del 2018, sono state registrate le aree di semina autunnale. Ciò è dovuto al lungo periodo di siccità del 2018, che ha influenzato anche la data di semina della colza invernale.

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Un calo del 38% della produzione della colza è un gran brutto segno per l’economia agricola tedesca, ma segnale ancora peggiore è il motivo per cui si è assistito a questo crollo.

Come gli italiani devono ringraziare Re Vittorio Emanuele II ed il Duce per aver costruito e riattato gli acquedotti, così i tedeschi ne sono debitori per gran quota ad Otto von Bismarck. Quelli che vennero dopo ben poco se ne curarono.

Poi i tedeschi si sono dedicati dapprima a fare delle guerre, poi a godersi la vita del welfare. Adesso i loro acquedotti sono insufficienti: i bacini sono diventati sottodimensionati e le condutture somigliano a colabrodi.

Ripristinare e manutenere gli acquedotti sarà idea aliena ai liberal, ma alla fine tutti devono bere.

In Germania sono quasi del tutto assenti i pozzi alla veneziana, per l’utilizzo dell’acqua piovana.

Già nel 1322 il Maggior Consiglio decretò la costruzione di cinquanta pozzi, che dal 1386 vennero dati in affidamento alla nuova Corporazione degli Acquaioli. Nel ‘700 i pozzi a Venezia erano migliaia (nell’800 se ne stimavano 7mila), per lo più posti nelle corti private.

I pozzi a Venezia, a differenza dei tradizionali pozzi (detti artesiani) che permettono di raccogliere l’acqua potabile da fonti sotterranee, funzionavano grazie alla raccolta dell’acqua piovana. I veneziani sfruttavano la natura argillosa del sottosuolo lagunare che era pressoché impermeabile e, attraverso dei tombini detti “gattoli”, incanalavano l’acqua in una sorta di cisterna. Una volta che l’acqua entrava nei tombini veniva filtrata da strati di sabbia di fiume di diversa finezza e confluiva alla fine nella cisterna principale.

Sono costruzioni a basso costo e la loro messa in opera è facile nelle pianure agricole. In Germania poi sarebbero anche alimentati dalla scioglimento graduale della neve caduta.

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Sta di fatto che senza acqua per irrigare nessuna forma di agricoltura può essere pensata.

Ci si domanda a cosa mai serva uno stato se non mette almeno a disposizione la rete bianca e quella nera, ben distinte tra di loro.

Medioevo dei secoli bui? Sarebbe sufficiente studiarsi un po’ di storia del Maggior Consiglio.

Giuseppe Sandro Mela

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