giovedì 19 marzo 2020

SARDEGNA SENZA UN TAMPONE E L'ITALIA NE CEDE MEZZO MILIONE AGLI STATI UNITI

I vertici del Pentagono, il ministero della difesa americano, hanno negato sino a quando hanno potuto. Poi, però, una foto comparsa e scomparsa su Instagram in pochi attimi ha cancellato ogni tentativo di nascondere i fatti.
Durante questa notte italiana le prime ammissioni e conferme: un volo coperto da segreto di stato, tra lunedì e martedì notte, è decollato dalla base di Aviano, in Friuli Venezia Giulia, per raggiungere quella di Memphis, nel Tennessee.
A vuotare il sacco, sotto la pressione delle immagini pubblicate e poi cancellate da un aviere a bordo del cargo americano sono stati direttamente il portavoce del Pentagono Jonathan Hoffman e Air Force Brig. Gen. Dr. Paul Friedrichs, chirurgo dello staff.

Notizia, dunque, confermata! In gran segreto l'aeronautica americana ha fatto volare 500.000 tamponi per i kit di test COVID-19 dall'Italia a Memphis, nel Tennessee
I circuiti della Defense One, la prima fonte d'inchiesta della difesa americana parla di una foto scattata e poi cancellata: ma si sa, i server sono come potentissimi aspirapolvere. Anche il minimo pulviscolo viene bloccato!
Jonathan Hoffman, il portavoce della più grande armata al mondo, è costretto durante la notte alle prime ammissioni: a bordo di un aereo della Guardia Nazionale dell'Aeronautica Americana sono stati trasportati "tamponi" indispensabili nel processo di test COVID-19.
Il briefing di stanotte al Pentagono è stato criptato ma alcune parole sono state chiare. Paul Friedrichs, chirurgo dello staff si è lasciato sfuggire: "Il primo adempimento sono i tamponi che vengono utilizzati per raccogliere il campione dall'individuo che viene testato, quindi c'è un liquido ... in cui si inserisce il tampone. Questo è ciò che abbiamo portato dall'Italia".
Non poteva mancare l'affermazione solidale: "Questo è un ottimo esempio di come le nazioni stanno lavorando insieme per garantire che stiamo soddisfacendo la domanda globale" - ha detto Friedrichs.
Dave Goldfein, generale in capo dello staff dell'aeronautica militare, ha dovuto confermare che gli aerei da carico militari americani trasportavano kit di test del coronavirus.
Nessun altro dettaglio ufficiale solo un'affermazione macigno alla fine del briefing al Pentagono: "abbiamo appena compiuto un movimento abbastanza significativo verso Memphis".
I dettagli, però, scorrono rapidamente nei circuiti internazionali del giornalismo d'inchiesta. E durante la notte sbarcano in Italia.
Quando ricevo il messaggio sono le 3 del mattino ora italiana.
La fonte è autorevole e verificata in anni di collaborazione su trasporto di armi in mezzo mondo e missioni internazionali.
Le parole sono sicure e non lasciano adito a dubbi: la missione è stata pilotata da un aereo cargo C-17: la missione in codice "Reach 911".
Il cargo è atterrato martedì all'aeroporto internazionale di Memphis, un importante hub della FedEx FedEx Corporation, una delle più grandi società di trasporto specializzata in spedizioni espresse con servizi overnight di posta e plichi, in trasporti via terra, trasporti aerei e servizi logistici. FedEx è Federal Express.
La scelta non è casuale: gli americani hanno fretta di recuperare il tempo perso e hanno scelto Memphis perchè gli consente di trasferire rapidamente su aerei commerciali e distribuiti in tutti gli Stati Uniti.
A mettere spalle al muro il pentagono è stata la foto pubblicata su Instagram da uno degli uomini in volo. La foto che mostra la pancia del C-17 pieno di pallet caricati con i kit di test per coronavirus è senza smentita. Cancellata!
Gli Stati Uniti avrebbero volentieri fatto a meno di questa fuga di notizie e lo stesso il governo italiano.
In Sardegna, isola da sempre sfruttata militarmente dagli Stati Uniti, con la complicità dei governi italiani non ci sono più tamponi e reagenti.
Nessuno ha pensato che una parte di quei tamponi sarebbe stato decisivo in Sardegna per fermare una silenziosa esclalation del virus.
Silenziosa perchè mancano i tamponi. Volati in gran segreto dall'Italia a Memphis!
Alla faccia della Sardegna e dei sardi.
Mauro Pili

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