lunedì 23 marzo 2020

I nodi verranno al pettine

Sarà l'ottavo tentativo che faccio di scrivere un post: un post in cui voglio fare chiarezza, almeno a me stesso, su cosa succede in Italia. Da un lato c'è stato il ricorso, nemmeno tanto esaltato, al decreto legge da parte del consiglio dei ministri (se non erro), e nel contempo è stato proclamato lo stato di emergenza (sempre se non erro). Del parlamento e dei parlamentari eletti poche tracce. Dimenticavo le date, visto che si
tratta di fine gennaio scorso: in questo arco di tempo mi sono visto privare di libertà essenziali per un essere umano occidentale (ma credo che anche gli altri, che siano palestinesi o israeliani piuttosto che filippini, amino essere liberi: in ogni caso, un raffronto, uno scambio di esperienze, come l'ho avuto nel 1974 con un gruppo di spagnoli che avevano ancor Francisco Franco come dittatore, è utile). Nella realtà di tutti i giorni prima ho visto chiudere i bar e i ristoranti e negozi alle 18, poi chiudere fino a data da definire tutte le attività commerciali, e ora anche i distributori automatici dove uno poteva consumare ancora un caffè. Nello stesso tempo mi è proibito incontrare persone, nel senso che non posso accomodarmi intorno al desco e intavolare discussioni, ricevere proposte, scambiare idee, definire progetti. Ci viene detto e suggerito di utilizzare la rete internet, al punto che anche i vari Tim piuttosto che Vodafone e altri regalano giga: amici cari, mi dispiace ma non è la stessa cosa. Ho sorvolato su mascherine, baci e abbracci, perché credo sappiate già tutto. Il punto è che ho visto i miei amici commercianti e chi comunque non è a busta paga, non dico tacere ma non ho letto di proteste , se non altro con invii di mail , fax o acquistare pagine di quotidiani o spazi pubblicitari (sempre che li concedano) per segnalare la cosa. Adesso che ,settimana prossima o l'altra ancora, sarebbe di fatto iniziata la stagione estiva, intesa come gite fuori porta ed eventi vari (a parte quelli fatti saltare, tipo salone del mobile), ci ritroviamo fermi, anzi immobilizzati: e senza sapere se e quando e come il lavoro riprenderà. In tutto questo discorso ho visto che chi pensavo potesse essere dalla "nostra parte", non c'era proprio, e anzi con un certo dispiacere mi è parso che qualcuno, che dirige siti web noti, se non altro per essere definiti di controinformazione, fare questioni di lana caprina.Perché? Perché credo siano importanti i numeri, e lo dice uno che in matematica aveva 4 e avrebbe voluto avere 7. Sapere se nel 2019 sono morte tot persone in un certo periodo, e raffrontare quei dati con quelli odierni, credo sia una cosa da fare; così come sapere di cosa una persone muore ritengo sia utile, se non altro i familiari forse lo vorrebbero sapere; così come queste limitazioni di libertà è quasi certo, stanno influendo sui rapporti personali tra le persone rinchiuse nelle abitazioni; e come è certo che ci saranno casi di suicidio tra chi vedrà la propria azienda fallire per le conseguenze della chiusura forzata e imposta dal governo. Ovvio che questi dati non verranno fuori, vuoi perché le persone purtroppo decedute vengono cremate, così come i dati sui suicidi sono da tempo occultati per disposizioni ministeriali o con la scusa della privacy (un po' come non voler far sapere la nazionalità di stupratori o scippatori o spacciatori). Quanto sopra unito al divieto per legge di potersi incontrare de visu , impedisce una qualsiasi manifestazione compresa quella in stile sentinelle in piedi. A ciò va aggiunto che i media non si interrogano su niente ma ,anzi, ripetono solo numeri di decessi, di contagi, di ricoveri, di mascherine, ed elencano il numero dei fermati, ironizzano a modo loro sulle scuse o motivazioni addotte dai fermati, e oltre ciò godono nell'elencare le città e nazioni dove adesso si vedono i negozi chiusi e la gente imprigionata nelle case. In tv ci sono gli eroi, ossia medici e infermieri e volontari, che godono delle luci della ribalta: non c'è un dibattito o un'indagine sul perché mancano i posti in rianimazione, sul perché in certe zone il numero delle persone morte è elevato, sul perché in Cina sono riusciti e in tempi brevi ad avere la situazione sotto controllo , e data la nostra situazione non c'è nessuno che si chieda quando le cose torneranno alla normalità. Oltretutto nessuno che attribuisca in maniera palese e diretta le difficoltà di gestione dell'emergenza a chi ha privato la sanità di medici e paramedici e attrezzature, a chi in sostanza ha chiuso ospedali e ambulatori: ci sono state e ci sono realtà qui in Sardegna, ad esempio, dove l'ambulatorio/pronto soccorso, un giorno opera come ortopedia e il giorno successivo come ginecologia e il giorno ancora dopo come pediatria...e così via. Perciò a parte le cause del corona virus 19, vediamo di restituire la vita a tutti i cittadini: dove per vita si deve intendere libertà individuale. Nello stesso tempo evitiamo che ci siano ducetti che impongono misure dittatoriali agli italiani. Come? Facendo in modo che il parlamento prenda lui le decisioni, ad esempio: oppure con qualche manifestazione civile perché ci vengano restituite le libertà che ci sono state tolte. Forse così i media ne dovranno parlare: anche delle dirette streaming fatte con sistemi che evitino la cancellazione dal web. Ancora una cosa: ha senso che , ad esempio, vengano adottate norme che limitano ulteriormente le nostre libertà, e soltanto per due settimane? Mi riferisco ai sindaci che in diretta tv affermano che le limitazioni che loro chiedono ai cittadini dovrebbero durare due settimane: allora mi chiedevo che senso ha imporre un divieto, un limite, se è solo per due settimane ...a meno che tu sindaco, non sappia qualcosa che io non so, come il fatto che durerà questa tua imposizione per tre o quattro mesi e che tu, o chi per te, si dimenticherà di toglierla, e che quindi al pari di leggi del fascio o anche più recenti , queste rimarranno sine die. Dimostrami il contrario!

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