martedì 16 aprile 2019

Il minestrone

Ovvero, come distrarre le persone e non far capire niente. Oppure come venir distratti. Ciò accade in tanti settori della vita, sia sentimentale e privata che pubblica. Sapevo che un giocoliere riesce a giocare con al massimo "nove" oggetti, dopo di che riesce difficile mantenere la giusta concentrazione. Ora pensiamo alle notizie, o anche soltanto a quando ci ritroviamo a una cena che non sia per forza di cose di lavoro: forse ci ricorderemo di tutti i piatti, ma ci ricordiamo di che cosa abbiamo invece dialogato ? E non diamo la colpa alle bevande. Se estendiamo il mio
ragionamento al campo politico, ci ritroviamo a dover cercare nel web la risposta da fornire a chi ci chiede "dove si stanno svolgendo conflitti armati nel mondo", mentre se vogliamo restare a casa nostra quanti di noi sanno quante e quali sono le "vertenze sindacali" ossia le aziende "in crisi"? Certo possiamo sempre dire che non ce ne frega un tubo, a meno di non essere coinvolti in qualche modo, sopratutto nel caso delle aziende in crisi, in primis se ci lavoriamo, e poi se siamo fornitori o clienti o se il nostro bar o ristorante è nei paraggi di una di queste ditte: stiamo certi che il fuoco sotto i piedi ,allora, lo sentiremo, eccome. Ma anche queste notizie vengono superate, veniamo distratti dalle notizie sui reali inglesi, dai casi di femminicidio, dagli sbarchi dei clandestini, da qualche vip che muore o che sta male, dai continui attacchi al governo, più lo sport e dove si deve intendere con questo termine "il calcio" e tutto questo caos è funzionale a non far approfondire nessuna di queste notizie. Intendo questo: la pioggia di informazioni, che ci arrivano per lo più da quattro o cinque agenzie di informazioni, e che poi possiamo leggere sui quotidiani o sentire nei tg, e che pertanto sono tutte uguali almeno nel contenuto, non è poi approfondita. Infatti non possiamo certo pensare che un talk show di quelli che attualmente sono in programmazione , sia un programma di approfondimento: lo dicono i tempi concessi per ogni intervento, e ancor più gli ospiti o esperti che sono in trasmissione. Ma è il bombardamento che ci sommerge con argomenti che, forse dovrebbero essere interessanti e riguardarci, ma che secondo me non lo sono, a doverci preoccupare: chiediamoci se e perché quanto ci viene propinato dai media ci riguarda. Che cavolo me ne frega del principe del cavolo a me o alla mia città o regione? Per certi versi è un po' come i servizi che hanno interessato il Salone del mobile: che cosa me ne deve fregare se l'azienda X ,che sta in Italia, vende 4 carabattole nel mondo, e ha magari 10 dipendenti, e la maggior parte del fatturato lo fa con l'estero, e nel nostro paese non vende un chiodo! Cioè si parla di made in Italy, e poi si scopre che è il design che è made in Italy, e magari è frutto di un dipendente dell'azienda, e magari si tratta di una persona con contratto a progetto, il cui stipendio è pagato dalla regione, e poi la produzione è realizzata in un paese dell'Est. Diciamole le cose come stanno: non tutti possono permettersi la Ferrari o la Maserati, e non tutti possono vestire Armani o scarpe da mille euro fatte a mano: quindi quando mi parlano di mobili, settore che credo di conoscere meglio di certi giornalisti che all'atto pratico non rivolgono le domande che da tempo ,anche qui dal blog, faccio, mi infastidisce che ci sia tanta ignoranza, perché poi si pensa che gli arredi si debbano comprare nei supermercati, nei mega negozi ubicati nei centri commerciali o nelle vicinanze. Per intenderci prodotti da "volantino", da depliant lasciato nelle cassette per la pubblicità. Una volta si diceva pane al pane, vino al vino: ora si pensa , anzi neanche si pensa, al massimo ci si preoccupa di sapere che cosa c'è per cena e se danno la partita in tv. Ci concediamo qualche divagazione con temi come l'incendio della cattedrale di Notre-Dame , e ci si chiede se sarà stato il gobbo ad appiccare l'incendio mentre si accendeva un sigaretta, oppure se al contrario ci sono stati errori: e via con casi analoghi o con forzature per far sembrare simile ciò che invece non lo è. Non si poteva parlare di Assange ieri sera in coincidenza con le leggi bavaglio? Oppure iniziare a parlare , finalmente, del fatto che non si può criticare una sentenza di un giudice senza finire ,a propria volta, indagati e condannati? Mi riferisco anche alla condanna di Oscar Giannino, e alla brutta abitudine nell'omettere di commentare o riesaminare sentenze e casi italiani, e invece dedicarsi a criticare casi simili che avvengono all'estero: in un mondo dove puoi prendere in giro chi ha una fede religiosa come quella cristiana e non puoi fare lo stesso con altre confessioni religiose o con altri usi e costumi, la dice lunga su quanta libertà ci viene permessa. In pratica nulla, semmai possiamo unirci al coro dei commentatori e degli esperti che affollano i vari talk show, e sostenere però solo le "versioni ufficiali": vietato sgarrare.  

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