lunedì 23 settembre 2024

Punti vista

 Ho letto, recentemente, di persone che hanno esaltato "onlyfans" e siti , con situazioni, simili: sarebbe un qualcosa di rivoluzionario, nel senso che aiuta le donne a emanciparsi o , quantomeno, a ribaltare lo status odierno che vede l'uomo primeggiare sulla donna. Ciò che le donne fanno non verrebbe riconosciuto, almeno non quanto dovrebbe. Ecco perché alcune donne sono recentemente venute allo scoperto , e hanno dichiarato che prima, come bariste o banconiere, ricevevano uno stipendio basso, mettiamo 600 euro: dovevano lavorare molte più ore di quanto previsto dai contratti, e la cifra irrisoria consentiva a stento di andare avanti. Poi, non ricordo come (anche perché non riportato nell'articolo) ecco che si aprono le porte e le possibilità offerte da onlyfans e pornohub e similari: di punto in bianco, o quasi, ecco che la ragazza, la donna, può permettersi di fare dei video , 3 o 4 o anche di più, al giorno e inviarli ai clienti. Il ragionamento di questa donna, e credo anche di altre , è che mentre prima arricchivo, con il lavoro al bar , il mio datore di lavoro, oggi sono io che ricevo i soldi dai maschi, dagli uomini. Che dire? Dico, io ed è il mio pensiero in merito, che la donna identifica il suo datore di lavoro come un uomo che approfitta della necessità che lei ha di lavorare; che come uomo è , di fatto, suo nemico; e , dulcis in fundo , lei mercifica il suo corpo. Che dire ancora? Che , evidentemente , la donna in questione non sa quanto costa tenere in piedi un bar, non ha idea per esempio del costo dell'affitto, dell'energia, dei vari adempimenti (lotteria degli scontrini, per esempio, o adeguamento del registratore di cassa), costo degli spazi esterni o delle merci o dei contributi ; sa anche che , quando viene mandata in ferie, deve essere sostituita e chi la sostituisce deve essere pagata. Potrei continuare con esempi di altri lavori che prevedono che una persona "deve vendere e quindi rendere", e non scaldare la sedia in un ufficio pubblico dove se un giorno vengono 50 persone e un altro giorno non viene nessuno, a fine mese lo stipendio viene pagato lo stesso: questo per dire che il barista può reggere alcuni mesi, andando in rosso o spostando dei pagamenti, ma poi se per mille ragioni non riesce più a incassare abbastanza, o chiude o riduce il personale. Il punto chiave è il costo del lavoro , tra contributi e stipendi: gli stipendi, è vero, non sono alti. Del resto anche nei market ci sono tirocinanti, e sono lì da anni: ora pagare il giusto sarebbe il minimo. Ma chi stabilisce la cifra? Idem per i contributi. Ora non voglio entrare nello specifico, perché un banconiere potrebbe dover ricevere uno stipendio X , mentre un commesso in una cartoleria dovrebbe ricevere un importo diverso, al pari di chi lavora come netturbino in una coop che lavora per un comune. Purtroppo non si parla nei dettagli di situazioni simili, ma si dovrebbe farlo, magari parlando anche di altre categorie di lavoratori come gli agenti di commercio o i padroncini. Ma se parliamo di concetti, ecco che sentire che una donna che si spoglia su onlyfans o fa telefonate porno, non credo che perda dignità o che si debba sentire, come dicono in tante, violata: non fa la prostituta nel vero senso della parola, seppure si direbbe che esistono altri lavori o professioni . Il punto è che oggi gli stipendi sono e rimangono bassi: prima si dava a un commesso, ai miei tempi almeno, 1 milione e rotti, anche 1 milione e mezzo, con tanto di un mese di ferie, domeniche libere, e in tanti casi si lavorava dal lunedì al venerdì. Oggi non è più così, ma non per colpa dei datori di lavoro, almeno non credo si tratti dei baristi: forse sono i supermercati e i centri commerciali , dove ci sono i negozi in franchising , i veri responsabili, quelli delle aperture 365 giorni . Se invece facciamo un passo indietro, non mi pare giusto assimilare chi si spoglia a chi si prostituisce, e quindi andare a vedere e copiare le regolamentazioni olandesi o neozelandesi; semmai queste donne, intendo le piddine pseudo radicali, che vorrebbero regolamentare il tutto, così da far pagare i contributi e magari costringere queste donne a iscriversi a un sindacato e , anche in assenza di rapporti sessuali, obbligare le stesse a visite mediche , così da ricevere il via libera per esercitare la professione. Lungi da me difendere chi ha deciso o è costretto a prostituirsi, ma è bene che si ricordi anche chi gestisce la stessa nelle strade, tipo mafia nigeriana per intenderci, ma non mi piace che , in stile bergogliano, si accusi nei fatti i baristi o i commercianti in genere. 

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