giovedì 19 novembre 2020

Le domande da fare .. che non si possono fare!

 Tutti, chi più chi meno, ricorderanno le dieci domande che il giornale La Repubblica rivolgeva a Berlusconi nel 2009. Ora nel 2020 ci vorrebbe un giornale , degno di essere definito tale, e un giornalista anche lui degno di essere definito tale , che si prendesse la briga di rivolgere a Conte e al suo governo domande sul Coronavirus. Io ne rivolgerei anche qualcuna al Presidente della Repubblica. A Conte chiederei se ha i dati per sostenere che c'è un'epidemia, o pandemia , di Covid 19: e siccome è stato dimostrato che questo Covid 19 è , nella realtà, curabile come mai il governo ha messo in atto una serie di obblighi e divieti che i cittadini devono osservare. Tra questi due sono insensati: il distanziamento sociale e la mascherina. In merito ci sarebbe da chiedere a chi è competente, se questi obblighi siano in contrasto con le libertà e i diritti sanciti dalla Costituzione e se le conseguenze, già dimostrabili, dell'osservanza di questi provvedimenti (che occorre ricordare sono stati introdotti con un Dpcm) provochi effetti negativi dal punto di vista economico, sociale, relazionale, e aggravino problemi di salute psicofisica. Non mi sono spiegato bene, ma il senso di quanto sostengo si dovrebbe capire. I divieti, a mio parere, vanno anche a cozzare con la libertà di culto: non posso praticare la mia religione, mi viene impedito di riunirmi per pregare o per parlare. Si potrebbe continuare nell'elenco ma il punto chiave è se si può fare qualcosa, come per la libertà nel modo di curarsi. Ed è a questo punto che si può chiedere come mai viene proibito curare i pazienti con ciò che il medico decide sia meglio , invece di curare tutti nello stesso modo. Non entro poi in merito, seppure ci sarebbe spazio, dei danni economici causate dalle chiusure, da orari di lavoro sballati, da protocolli di lavoro assurdi. Ciò lo ricollegherei a quanto non fatto da Salvini in poi: lui doveva fare quando era al governo alcune cose che poi non ha fatto . Quindi è vero che questi Dpcm hanno fatto e fanno danni, costringendo persone al suicidio, chiudendo per sempre attività commerciali, impedendo di fatto uno sviluppo della società: ma è anche vero che detti problemi, come il costo del lavoro, il limite nell'uso dei contanti, l'impossibilità di assumere a costo basso (rif. ai contributi) collaboratori stagionali , c'erano anche prima e sono pure rimasti. Col risultato che c'è un mare di gente a spasso e che , seppure potrebbe riprendere parzialmente a lavorare, con il reddito di cittadinanza da poter ricevere, non accetta di andare a lavorare part time. Mi fermo qui pur sapendo che nessun giornale posterà on line o riporterà nel cartaceo le domande mie o , meglio ancora, quelle che una brava penna è capace di scrivere.    

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