venerdì 16 novembre 2018

Opinioni, legittime, ovviamente

Purtroppo ci sono cose che mi fanno arrabbiare, e arrivo al punto che non posso più tacere e lasciar correre. E quando vedo che c'è chi se la prende con i cosiddetti autonomi o partite iva , quindi commercianti e artigiani, mi sta bene se si tratta di qualcosa che definisce e offre,poi, soluzioni e indicazioni. Se cioè si vuole andare verso un miglioramento e non soltanto,come troppo spesso succede, per dire che sono tutti ladri e figli di puttana. Ieri, per farla breve, leggevo di suggerimenti e idee che servirebbero per dare una mano ai negozi per evitarne la chiusura: ne chiude uno ogni minuto o ogni giorno, non ricordo quel passaggio ma mi ricordo di chi, nei commenti su scenarieconomici.it che ospitava il post, ne aveva da dire verso i commercianti che nel corso dei decenni si sarebbero arricchiti molto e non poco. Ora due appunti o anche tre: sono per caso i commercianti di allora che si sono arricchiti a dismisura gli stessi che si lamentano e piangono oggi?
Oppure si tratta di persone under 40 e non over 70 ? Perché la birreria artigianale che aprirà vicino a via Garibaldi a Cagliari, e il negozio di abbigliamento,sempre nella stessa via, non sono di over 70, ma di under 35, come under 60 che chiude in via Garibaldi è un negozio di accessori  di abbigliamento, mentre erano under 40 i ragazzi che hanno chiuso il bar ,nei giorni scorsi e nella stessa via. Dove sono quelli che hanno nascosto o anche sperperato i soldi raccolti nei decenni passati? Chi li ha sottratti è già in pensione, a mio parere, oppure è fallito, e non dico che non si tratti di fallimenti pilotati (qui a Cagliari ce ne sono stati, come ovunque). Un altro appunto e chiudo: la GDO e gli ipermercati. Chi compra fa i conti della serva, diceva un commentatore riferendosi al mio astio e incazzo verso chi ce l'aveva e ce l'ha con i commercianti. Si è scordato di leggere il passo, nel mio commento, in cui in pratico dico: mettiamo che tu sei un avvocato o un dentista o un libero professionista, facciamo anche un artigiano, uno che fa ristrutturazioni, ebbene ti farebbe piacere che io mi rivolga all'estero o a una sorta di network (che già esistono, e per farne parte devi pagare pegno, stile quelli che ti portano il pranzo a casa o applicano supersconti: se vuoi essere nell'elenco ti devi iscrivere o pagare una percentuale ) per farmi curare i denti, fare una liposuzione o raddrizzarmi il naso, o più semplicemente farmi fare il progetto di casa o rifarmi l'impianto elettrico? Allora, mi chiedo, perché cazzo tu devi comprare on line o al centro commerciale invece che in città o vicino a dove abiti? Per ragioni economiche, mi dicono. Se mi parli di detersivi o prodotti confezionati, forse saranno più cari: chi compra cento o mille confezioni di Kinder o di Dash, può praticare dei supersconti, ma su frutta e verdura, sul fresco, c'è un discorso di qualità del prodotto , oltre al fattore tempo e benzina; aggiungerei che in tanti casi trovi sempre il prodotto fresco e che non ha dormito in frigo per giorni. Poi c'è un discorso a parte che sarebbe il caso di aprire, e riguarda la vendita di frutta e verdura e altro, da parte dei famosi "produttori", e di pari passo gli altrettanto famosi "agriturismo", e senza dimenticare chi prepara cibi cotti e li vende durante le sagre. Anche costoro aiutano a "far fuori" il commercio tradizionale, e questi ultimi non hanno,oltretutto, da osservare le norme e le regole di un bar o ristorante: tranquilli, ci sono anche loro, i circoli privati, i club privati, se proprio vogliamo anche certe onlus e associazioni culturali, oltre ai falsi e fasulli b&b . Volendo ce n'è per tutti. Ma dire io faccio quello che mi conviene , significa dare ragione a chi è più forte, e la rabbia mia è che costoro, i più forti, li hanno aiutati a diventare come sono, proprio chi avrebbe dovuto e potuto impedirne la crescita: i politici e le vari associazioni. Da quando entrarono a forza i registratori di cassa, e i vari obblighi di scontrini, mi pare ci fosse Visentini all'epoca, e i "nostri" si limitarono a entrare nei vari Upim o Rinascente per comprare e chiedere la fattura. E quella sarebbe una forma di lotta e di opposizione? Ora quei signori che allora manifestarono,magari lasciando i commessi in negozio, sono tutti over 80, in pensione mi auguro per loro, e sperando che gli basti visto quanto percepiscono i commercianti. Ma non è servito a niente: ora la storia si ripete, sotto altre forme, ma siamo sempre lì a subire e ,questa volta, anche da chi potrebbe, adottando un comportamento diverso, dare invece una mano a tutta la nazione. Ma certo, non non abbiamo più una nazione, anzi non siamo proprio una nazione.

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